Le difficoltà di Musk

Tesla affonda in Europa, le vendite crollano e la cinese BYD la sorpassa nei ricavi: per Musk a rischio anche i “crediti verdi”

Economia - di Carmine Di Niro

25 Marzo 2025 alle 16:10

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AP Photo/Matt Rourke
AP Photo/Matt Rourke

Le cattive notizie per Elon Musk e la sua Tesla sembrano procedere con incessante continuità. Il presidente-ombra degli Stati Uniti, l’imprenditore geniale che ha finanziato con oltre 200 milioni di dollari la campagna elettorale che ha riportato Donald Trump alla Casa Bianca, sta attraversando un periodo decisamente complicato.

La sua azienda più preziosa, la casa automobilistica “regina dell’elettrico”, un mercato che ha di fatto inventato, subisce infatti un clamoroso sorpasso cinese, almeno dal punto di vista finanziario.

Dai dati 2024 emerge infatti che BYD (Build Your Dreams, ndr), il principale costruttore di auto elettriche “made in China” fondata da Wang Chuanfu, supera Tesla nei ricavi: la casa cinese ha superato quota 100 miliardi di dollari, con un balzo del 29% anno su anno, mentre Tesla si è fermata a 97,7 miliardi di dollari di ricavi.

Non solo. BYD è vicina al sorpasso anche in chiave vendite, marcando da vicino il concorrente a stelle e strisce: siamo infatti a 1,76 milioni di vetture vendute contro le 1,79 milioni di Tesla. Una rimonta frutto della frenata dell’azienda di Elon Musk in Europa: a gennaio e febbraio Tesla ha immatricolato nel vecchio continente 19.046 auto elettriche, il 49% in meno dello stesso periodo dell’anno scorso, con la sua quota di mercato in Europa che secondo i dati diffusi oggi dell’Acea è scesa ad appena l’1,1%.

Un crollo, europeo ma anche globale, che ha due cause principali: da una parte la carenza di rinnovamento nei suoi modelli, che seppur forti di una piattaforma straordinaria e di una rete di ricarica inavvicinabile per la concorrenza, vede quest’ultima iniziare a capitalizzare i forti investimenti nel settore, non solo con i cinesi di BYD ma anche nel Vecchio Continente con i gruppi tedeschi premium (Mercedes, Audi, Bmw) e con la francese Renault; quindi il ruolo politico di Musk, passato da essere alfiere delle istanze “green” più vicine ai progressisti a idolo dell’estrema destra internazionale, sponsor di Trump ma anche sostenitore dei post-nazisti tedeschi di Alternative für Deutschland e dei populisti britannici come Nigel Farage, tanto da subire l’onta di una serie di atti vandalici contro le sue concessionarie negli Stati Uniti e il progressivo boicottaggio delle sue vetture.

All’orizzonte poi per Tesla e Musk c’è un rischio ancora peggiore per i rispettivi conti. Se le immatricolazioni di auto dovesse continuare di questo passo sarebbe a rischio quella che può essere considerata una delle attività più redditizie della casa automobilistica, ovvero la vendita di “crediti verdi” agli altri costruttori.

In sostanza da anni, con l’emergere di politiche sempre più stringenti sulle emissioni delle auto, le case automobilistiche europee formano con Tesla “fondi comuni” per compensare le loro emissioni in eccesso rispetto alle direttive europee: un ruolo che ha permesso a Tesla e Musk e di incassare tra il 2009 e il 2024 la bellezza di 11 miliardi di dollari di fatto a costo zero.

25 Marzo 2025

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