L’azienda crolla in Borsa

Musk, lo sforbiciatore ipocrita: col Doge taglia le agenzie federali, con Tesla è tra i maggiori beneficiari di sussidi pubblici

Economia - di Carmine Di Niro

26 Febbraio 2025 alle 17:28

Condividi l'articolo

Musk, lo sforbiciatore ipocrita: col Doge taglia le agenzie federali, con Tesla è tra i maggiori beneficiari di sussidi pubblici

Con una mano vuole sforbiciare per decine e decine di miliari di dollari i budget delle varie agenzie federali statunitensi, passando come un carro armato sugli apparati statali Usa senza alcun riguardo per i dipendenti da licenziare e per i servizi da eliminare per i comuni cittadini, con l’altra incassa da quello stesso governo federale cifre che lo piazzano tra i maggior beneficiari dei contribuenti statunitensi.

È l’ipocrisia di Elon Musk, presidente-ombra degli Stati Uniti grazie ai suoi rapporti privilegiati con Donald Trump, lautamente finanziato durante la campagna elettorale e poi ricompensato con la nomina a capo del Doge, il Dipartimento per l’efficienza del governo.

I soldi pubblici alle aziende di Musk

Come rivelato dal Washington Post Musk è infatti uno dei maggiori maggiori beneficiari dei contribuenti americani: nel corso degli anni il miliardario e il suo impero di aziende, in particolare Tesla e SpaceX, hanno ricevuto almeno 38 miliardi di dollari in contratti pubblici, prestiti e sussidi.

Circa i due terzi dei 38 miliardi di fondi ricevuti sono stati promessi alle aziende di Musk negli ultimi cinque anni. Solo nel 2024, il governo federali e quelli locali si sono impegnati a stanziare 6,3 miliardi alle aziende di Musk.

Il crollo di Tesla

Neanche i rapporti privilegiati con la Casa Bianca, per diversi analisti la “colpa” in realtà è proprio della vicinanza a Trump, stanno impedendo invece a Tesla di sprofondare in Borsa.

I numeri della casa automobilistica di cui Trump è proprietario, “regina” tra le elettriche, sono in deciso calo e rosso: la sua capitalizzazione è scesa sotto quota mille miliardi di dollari e le azioni Tesla dall’insediamento di Trump lo scorso 20 gennaio sono scese del 29 per cento, perdendo 400 miliardi di capitalizzazione.

Le ragioni sono molteplici. Il ruolo politico di Musk secondo diversi osservatori sta provocazione una reazione negativa da parte dei consumatori, statunitensi ed europei. Secondo Jacob Falkencrone, responsabile globale della strategia di investimento della banca danese Saxo, “la sfida più grande per Tesla nel 2025 non è la tecnologia, ma la percezione pubblica”, ha detto all’agenzia Bloomberg. Per Falkencrone infatti Musk “sta diventando una zavorra per le vendite, la fedeltà al marchio e la fiducia degli investitori”.

C’è poi un fattore più legato all’automotive e dunque al calo delle vendite nei mercati chiave di Tesla dovuto agli stop imposti da diversi governi agli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, di cui la casa automobilistica guidata da Musk aveva fortemente beneficiato. All’orizzonte poi si fa sempre più evidente la “minaccia cinese”, con l’arrivo sempre più evidente di una concorrenza “low cost” di marchi come BYD, che a Pechino è già un colosso, ma anche MG, Xpeng e Xiaomi.

26 Febbraio 2025

Condividi l'articolo