La diplomazia
Usa-Iran, via ai colloqui di Roma sul nucleare ma Israele non esclude attacchi
L'iniziativa con la mediazione dell'Oman: la Repubblica Islamica sarebbe molto vicina alla realizzazione dell'atomica e questo ha messo in allarme lo Stato Ebraico
Esteri - di Redazione Web

La tv di Stato iraniana riporta che i colloqui di Roma tra Iran e Stati Uniti sul nucleare di Teheran inizieranno alle 10:30. “L’orario approssimativo annunciato per l’inizio dei colloqui è sabato a mezzogiorno, ora iraniana“, ovvero le 10:30 in Italia, ha dichiarato dall’Italia un inviato speciale della televisione di Stato.
Perché si tengono a Roma i colloqui tra Usa e Iran
“L’Iran ha sempre dimostrato, con buona fede e senso di responsabilità, il suo impegno nei confronti della diplomazia come mezzo civile per risolvere i problemi, nel pieno rispetto degli alti interessi della nazione iraniana“: lo scrive oggi su X il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei. “Siamo consapevoli che non si tratta di un percorso facile, ma affrontiamo ogni passo con gli occhi aperti, basandoci anche sulle esperienze passate“, aggiunge, ricordando che “oggi, nella storica città di Roma, si terrà il secondo round di colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti, con la mediazione del ministro degli Esteri dell’Oman“.
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Di cosa discuteranno i mediatori americani e iraniani a Roma
“Le richieste dell’Iran nei colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti, inclusa la rimozione delle sanzioni, sono chiare: tuttavia, date le posizioni contraddittorie assunte da diversi funzionari statunitensi negli ultimi giorni, ci aspettiamo che la parte americana fornisca spiegazioni in merito e rimuova le gravi ambiguità relative alle intenzioni e alla serietà degli Stati Uniti“: lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, senza fornire ulteriori dettagli. “L’Iran è determinato a preservare e far valere il suo diritto legale e legittimo all’uso dell’energia nucleare a fini pacifici, nel rispetto degli impegni assunti nel quadro internazionale riconosciuto“, ha aggiunto Baghaei, citato dall’Irna, prima della partenza per Roma ieri sera per il secondo round dei colloqui sul nucleare tra Teheran e Washington.
La questione del nucleare a Teheran
Israele non esclude la possibilità di attaccare nei prossimi mesi siti nucleari in Iran nonostante il presidente Donald Trump abbia detto al primo ministro Benjamin Netanyahu che per ora gli Stati Uniti non sono disposti a sostenere un attacco. Lo riferiscono i media israeliani citando Reuters che ha parlato con funzionari vicini al dossier. Negli ultimi mesi, Israele ha proposto all’amministrazione Trump una serie di opzioni per attaccare le strutture dell’Iran, alcune delle quali con tempistiche che vanno dalla tarda primavera all’estate, affermano le fonti.
Il ruolo di Israele
I piani includono un mix di attacchi aerei e operazioni di commando di diversa ampiezza, che potrebbero rallentare di pochi mesi, un anno o più la capacità di Teheran di trasformare il suo programma nucleare in un’arma. Il New York Times ha riportato mercoledì che Trump ha detto a Netanyahu, in un incontro alla Casa Bianca all’inizio di questo mese, che Washington voleva dare priorità ai colloqui diplomatici con Teheran e che non era disposto a sostenere un attacco agli impianti nucleari a breve termine. Trump ha poi negato di aver “rifiutato” gli attacchi pianificati, affermando che “non c’è fretta“. Oggi a Roma si svolge il secondo round dei negoziati indiretti Usa-Iran, mediati dall’Oman, per tentare di raggiungere un accordo sul programma nucleare di Teheran.