Il caso dell'ex primula rossa

Così è morto Graziano Mesina, ucciso da un sistema criminale e criminogeno

Il reparto detenuti del San Paolo non è un ospedale: è una prigione. Il sì alla scarcerazione è arrivato quando non era più trasportabile

Giustizia - di Frank Cimini

15 Aprile 2025 alle 13:30

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©Antonello Zappadu/Lapresse
©Antonello Zappadu/Lapresse

Purtroppo non è chiaro a leggere giornali e seguire i telegiornali. Graziano Mesina è morto in carcere, perché il reparto detenuti del San Paolo dove era stato trasferito da tempo è una prigione non un ospedale, non c’è stata nessuna scarcerazione per effetto della decisione del magistrato di sorveglianza. L’hanno ammazzato in carcere tenendolo dentro fino alla fine e per giunta nelle stesse ore in cui Mattarella firmava il decreto sicurezza, decisione scontata che toglie ulteriori diritti ai detenuti. Ucciso da un sistema criminale e criminogeno.

Il sì era arrivato alla settima istanza. Alle sei precedenti richieste di differimento pena e scarcerazione i magistrati avevano risposto insistendo sullo stato di “persistente pericolosità” dell’ex re del Supramonte. Cioè di una persona che non poteva più camminare, non riusciva a mangiare, non riconosceva gli altri. Il sistema ha continuato ad applicare la pena a qualcuno che non era più lui sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Un vero e proprio accanimento contro chi non c’entrava più niente con la persona che aveva commesso i reati, dai sequestri a scopo di estorsione, agli arresti, al traffico di droga alle evasioni.

L’autorizzazione alla scarcerazione era arrivata quando Graziano Mesina non era più trasportabile. Infatti è deceduto. Secondo i suoi avvocati i giudici avrebbero dovuto fare da tempo quello che inutilmente hanno fatto alla fine lasciandolo nel reparto penitenziario del San Paolo, lo stesso dove era stato torturato Alfredo Cospito durante il lunghissimo sciopero della fame che sta pagando ancora adesso per aver sfidato il regime del 41bis, non tanto per sé ma per altri 700 reclusi.

15 Aprile 2025

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