Aggiotaggio alla Casa Bianca?
Trump e i dazi sospesi, su Truth i “consigli” sospetti che hanno fatto volare le sue aziende: “È il momento di comprare”
Economia - di Carmine Di Niro

C’è chi sui social, ma anche sui giornali, si spinge a definirlo come “il più grande caso di aggiotaggio di tutti i tempi”, ovvero la manipolazione dei prezzi di titoli per trarre un profitto personale: un reato che in Italia prevede una pena fino a tre anni di reclusione.
Il problema è che il presunto autore di questo reato sarebbe Donald Trump. Il quadro è quello della clamorosa retromarcia del presidente degli Stati Uniti sui dazi, con la mossa del tycoon di annunciare una sospensione di 90 giorni per buona parte dei dazi imposti soltanto pochi giorni prima nel “Liberation Day” nei confronti di tutti i Paesi stranieri, una guerra commerciale che al momento resta in vigore solamente contro la Cina (con tariffe al 145 per cento) e i confinanti Canada e Messico.
Based on the lack of respect that China has shown to the World’s Markets, I am hereby raising the Tariff charged to China by the United States of America to 125%, effective immediately. At some point, hopefully in the near future, China will realize that the days of ripping off…
— Donald J. Trump Posts From His Truth Social (@TrumpDailyPosts) April 9, 2025
Una decisione clamorosa, arrivata secondo diversi retroscena dei media statunitensi dietro la crescente pressione in particolare del segretario al Tesoro Scott Bessent e di quello al Commercio Howard Lutnick, entrambi ex finanzieri con una reputazione nel mondo di Wall Street.
Proprio il crollo degli indici in Borsa, ma soprattutto il forte aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani a 10 anni, il debito emesso dagli Usa per finanziari sui mercati, principale indicatore della solidità di un’economia, avrebbero spinto l’inquilino della Casa Bianca a fare marcia indietro.
Tre ore e mezza prima dell’annuncio di Trump, in cui contestualmente il presidente Usa confermava e alzava ulteriormente i dazi nei confronti di Pechino, il tycoon sul suo social Truth scriveva però un messaggio dal contenuto particolare: “È UN GRANDE MOMENTO PER COMPRARE”, il testo rigorosamente tutto in maiuscolo del presidente con riferimento ovviamente ai titoli in Borsa, con Wall Street che in quel momento stava vivendo però l’ennesima giornata da “profondo rosso”.
THIS IS A GREAT TIME TO BUY!!! DJT
Donald Trump Truth Social 04/09/25 09:37 AM
— Donald J. Trump Posts From His Truth Social (@TrumpDailyPosts) April 9, 2025
Un messaggio dunque in evidente contraddizione col contesto, con i player sul mercato che al contrario di quanto suggerito da Trump stavano continuando a vendere i propri titoli in Borsa, e non a comprarli. Da quel messaggio però Wall Street ha timidamente iniziato a risalire, fino all’esplosione nel momento in cui il presidente ha annunciato la sospensione per tre mesi dei dazi.
Le tempistiche del messaggio su Truth e del successivo annuncio sono apparse dunque per niente causali, spingendo diversi analisti a interpretare quello di Trump come un possibile tentativo di manipolazione del mercato finanziario: un reato, oltre a essere un comportamento ovviamente inadatto al presidente della “più grande democrazia del pianeta”.
Chi ha seguito i consigli di Trump, comprando dunque in Borsa mentre i titoli erano ai minimi, al termine della giornata ha visto enormi guadagni a Wall Street: mercoledì i tre principali indici, Dow Jones, S&P 500, e Nasdaq, hanno chiuso con un guadagno rispettivamente del 7,9, del 9,6 e del 12,1 per cento.
La domanda che si fanno analisti e giornali Usa è semplice: Trump ha volontariamente condizionato l’andamento del mercato? Si tratterebbe in questo caso di aggiotaggio, reato che negli Stati Uniti è conosciuto come “manipolazione dei mercati”.
I funzionari della Casa Bianca hanno risposto alle accuse dicendo che Trump con il suo post voleva solo dare qualche “rassicurazione”. “È responsabilità del presidente degli Stati Uniti rassicurare i mercati e i cittadini americani sulla loro sicurezza economica di fronte al continuo allarmismo mediatico”, ha spiegato Kush Desai, portavoce della Casa Bianca. Esponenti del Partito Democratico hanno chiesto alla Sec, la Securities and Exchange Commission, ente che si occupa di vigilare e regolamentare i mercati finanziari (equivalente della nostra Consob), di indagare sulla vicenda.
C’è poi la questione dell’insider trading, secondo tipo di reato che ipoteticamente potrebbe essere contestato al tycoon. Un reato che si verifica quando si sfruttano informazioni riservate per operare sui mercati per trarne vantaggio.
Nel post su Truth il messaggio di Trump si chiudeva con la sigla DJT, sigla che gli analisti hanno collegato all’acronimo che individua le azioni di Trump Media & Technology Group, l’azienda proprietaria della piattaforma Truth e controllata al 53% proprio dal trust del presidente degli Stati Uniti. Nella giornata di mercoledì la società ha guadagnato il 21 per cento, arrivando a 4,5 miliardi di capitalizzazione.