Il question time del ministro

Nordio ‘Bifronte’ compie l’ennesima giravolta: “La Severino non si tocca”

Al question time delude gli alleati di Forza Italia che gli chiedevano che intendesse fare su una legge “in contrasto con l’articolo 27 della costituzione”. Eppure era stato presidente del comitato promotore del referendum per cancellarla

Giustizia - di Angela Stella

10 Aprile 2025 alle 11:00

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

Le legge Severino per ora non si tocca: parola del Ministro Nordio. Ieri lo ha chiarito rispondendo ad una interrogazione di Forza Italia che chiedeva cosa intendesse fare il Ministero in merito ad una norma “in contrasto con il principio di garanzia di cui all’articolo 27 della Costituzione” e che “reca un grave ed irreparabile danno per la vita delle comunità coinvolte, che rimangono prive dei propri amministratori e, dunque, senza guida, e un parimenti grave nocumento per le figure degli stessi pubblici amministratori”.

In pratica si voleva sapere se il governo intendesse “adottare iniziative” per modificare il decreto legislativo del 2012, nella parte in cui prevede la sospensione degli amministratori regionali e locali condannati anche in via non definitiva. Per il responsabile di Via Arenula se è vero che “la legge Severino confligge almeno teoricamente con il principio di presunzione di innocenza” e che “certamente è un vulnus sul quale prima o dopo bisognerà riflettere”, tuttavia “attualmente però la nostra più importante preoccupazione è la lotta alla criminalità amministrativa, per cui non possiamo e non intendiamo cambiare l’ordinamento che c’è”.

Eppure da ex magistrato ed editorialista era stato lo stesso Nordio, in qualità di presidente del comitato per i referendum di Lega e Partito radicale, a promuovere l’abrogazione della legge Severino nata a suo dire solo per “ragioni di demagogia politica”. In una intervista al Dubbio nel 2021 si espresse così: “Sostengo da sempre l’abrogazione di questa legge, che è nata male, in quanto è stata applicata subito nei confronti di Berlusconi in modo retroattivo”. Mentre in un’intervista al Corriere della Sera, il da poco Ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva detto che “occorre far sì che la norma sull’incandidabilità non venga applicata ai condannati in primo grado”. Ma ieri l’ennesimo dietrofront. Su questo poche ma dure le parole del deputato di Fi, Enrico Costa: “Ricordiamo al Ministro Nordio che il Governo ha dato parere favorevole a più ordini del giorno finalizzati a cancellare dalla legge Severino norme confliggenti con la presunzione di innocenza. Lui si rimangia la parola, noi non abbiamo parole”.

Era stato proprio Costa qualche giorno a fa a tornare all’attacco della legge partendo da quanto succedeva in Francia:Molto, moltissimo mi divide da Marine Le Pen, ma che una sentenza di primo grado, appellabile, non le consenta come pena accessoria immediatamente esecutiva di candidarsi alle elezioni è giuridicamente incivile”. Delusione anche da parte del suo collega di partito Pietro Pittalis che nel replicare al Guardasigilli in Aula ha dichiarato: “mi sarei aspettato una risposta di altro tenore. Comprendiamo il momento storico in cui la legge Severino venne approvata: una fase di estrema debolezza della politica e di certa supplenza della magistratura. E a distanza di 23 anni dalla sua approvazione se proviamo a fare un giudizio consuntivo scopriamo che nella stragrande maggioranza dei casi gli amministratori locali sono stati sospesi dalle funzioni e poi assolti perché risultati innocenti. E questo in barba al principio da lei richiamato di presunzione di innocenza. Nessuno intende retrocedere nella lotta alla criminalità amministrativa, il problema da noi posto si muove su un altro versante. Ministro le chiedo di ripensare alla sua visione”.

Ma non sarà così perché dietro tale decisione di Nordio, in un momento in cui il Governo ha dato priorità alla separazione delle carriere e al referendum che verrà, ci potrebbe essere la preoccupazione di divenire impopolari e apparire troppo garantisti agli occhi di una parte di elettorato che bisogna tenersi buono per far votare sì alla chiamata popolare sulla modifica dell’ordinamento giudiziario. L’ipotesi di riscrivere la Severino convince infatti la Lega di Matteo Salvini, ma non Fratelli d’Italia e la premier Giorgia Meloni che sulla questione hanno sempre mostrato freddezza e nel 2022 non avevano appoggiato il referendum promosso a questo scopo dal Carroccio e dal partito radicale, poi fallito per mancanza di quorum.

E dall’altra parte non bisogna aprire un ennesimo fronte di scontro con la magistratura: come sappiamo la legge Severino in questi anni è stata sempre difesa dall’Anm. Secondo Nordio infatti occorre tener conto, come specificato sempre nella sua risposta al Question time, “che già l’abolizione del reato di abuso d’ufficio ha provocato una tale serie di reazioni, qualche volta composte qualche volta no, che sono addirittura culminate in una decisione della Corte di Cassazione di rimettere alla Corte costituzionale. Tra l’altro, non vedo come si possa far rivivere un reato una volta che un provvedimento di legge era già cancellato”. Insomma, ancora una volta prima la convenienza e poi la convinzione.

 

10 Aprile 2025

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