L'analisi su Haaretz

Israele massacra a piacimento: “A Gaza la sua coscienza si è dissolta, a Tel al Sultan la strage più barbara”

Questi massacri non solo non hanno portato a nessun cambiamento nell’opinione pubblica né hanno portato a un arresto della guerra, ma sembrano addirittura incoraggiare altri massacri.

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

6 Aprile 2025 alle 19:37

Condividi l'articolo

Tibor Illyes/MTI via AP
Tibor Illyes/MTI via AP

Tel al-Sultan, la My Lai d’Israele. Così lo racconta, su Haaretz, Gideon Levy: “Quanta ingenuità e quanta sensibilità dimostrammo all’epoca. Il 18 aprile 1996, 29 anni fa, una batteria di artiglieria israeliana fornì il fuoco di copertura per liberare il commando Maglan, guidato dal maggiore Naftali Bennett, da un’imboscata nel villaggio libanese di Kafr Qana. Quattro granate colpirono un campo profughi delle Nazioni Unite, uccidendo 102 civili, molti dei quali bambini”. Quel massacro contribuì alla sconfitta di Shimon Peres nelle elezioni vinte, per 30mila voti, da Benjamin Netanyahu.

Ricorda Levy: “Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane cercò di mentire e di offuscare la verità, come al solito; il Primo ministro Shimon Peres dichiarò che il suo Paese ‘era molto dispiaciuto’ ma che ‘non si scusava’, e il mondo si infuriò. Pochi giorni dopo, Israele fu costretto a porre fine all’Operazione Grapes of Wrath, un’altra delle folli operazioni militari intraprese in Libano in quegli anni. Un mese dopo, Benjamin Netanyahu fu eletto per la prima volta come Primo ministro, in parte grazie a Kafr Qana. Quanto eravamo ingenui allora, e quanto poco sensibili siamo oggi. Kafr Qana è diventato il modello dell’incubo israeliano in ogni guerra: un incidente in cui vengono uccisi decine di civili che costringe Israele a porre fine alla guerra. Ma i tempi sono cambiati. Oggi Israele può massacrare a suo piacimento, senza temere di subire un’altra Kafr Qana”.

Di cosa si tratti, è lo stesso Levy a spiegarlo: “Nelle ultime due settimane Israele ha compiuto un ‘Kafr Qana’ quasi ogni giorno nella Striscia di Gaza e nessuno chiede di fermarsi. L’incubo di Kafr Qana è svanito. Non c’è più bisogno di assicurarsi di non uccidere decine di civili innocenti. Non importa a nessuno. Il portavoce dell’Idf non ha più bisogno di mentire e il primo ministro non ha più bisogno di dispiacersi. Il mondo e la coscienza di Israele si sono dissolti. Se l’orribile bagno di sangue di domenica nell’attuale fase della guerra di Gaza non fermerà Israele, e se neanche l’uccisione dell’équipe medica di Rafah riuscirà a fermarlo, cosa potrà fermarlo? Niente. Israele può compiere tutti i massacri che vuole. E a quanto pare, ne vuole molti. Nel primo attacco della nuova guerra a Gaza, Israele ha ucciso 436 civili, tra cui 183 bambini e 94 donne. Kafr Qana è stato quadruplicato e non solo. Lo scioccante articolo di Nir Hasson e Hanin Majadli, pubblicato su Haaretz di venerdì, mostra i volti e racconta le storie dei sopravvissuti. Sono stati sconvolgenti. Questa settimana sono stati pubblicati i dettagli di un altro orribile massacro, forse il più barbaro di tutti fino a ora: il massacro delle squadre di soccorritori nel quartiere Tel al-Sultan di Rafah. Quindici corpi, di cui uno con le gambe legate e uno trafitto da 20 proiettili, sono stati trovati sepolti nella sabbia uno sopra l’altro, insieme alle ambulanze e ai camion dei pompieri. Secondo i testimoni oculari, alcuni di loro erano stati giustiziati. Erano tutti soccorritori che stavano cercando di raggiungere i feriti degli attacchi aerei israeliani…Kafr Qana impallidisce al confronto per il livello di barbarie raggiunto. Nel primo caso, si poteva credere che Israele avesse ucciso inavvertitamente decine di persone innocenti; a Tel al-Sultan, invece, era evidente l’intento doloso e criminale”.

E qui c’è il riferimento storico. “Quello di Tel al-Sultan – annota Levy – è un massacro israeliano alla My Lai. Ma mentre My Lai ha segnato un cambiamento epocale nell’opinione pubblica americana contro la guerra del Vietnam, Tel al-Sultan non ha interessato la maggior parte dei media israeliani. L’America dell’epoca era in subbuglio per via della sua mentalità militarista e cerebrale; l’Israele di oggi, invece, ha chiuso un occhio su Tel al-Sultan. Questi massacri non solo non hanno portato a nessun cambiamento nell’opinione pubblica né hanno portato a un arresto della guerra, ma sembrano addirittura incoraggiare altri massacri. Martedì, l’esercito israeliano ha bombardato una clinica dell’Unrwa nel campo di Jabalya, uccidendo 22 persone, tra cui dei bambini. Questo è il tipo di massacro che viene permesso di ripetere. Chi avrebbe mai immaginato che un giorno avremmo potuto guardare con affetto ai giorni di Kafr Qana, dell’Operazione Grapes of Wrath o del governo Peres? Eppure, eccoci qui”, conclude Levy.

6 Aprile 2025

Condividi l'articolo