Al voto entro 60 giorni
Corea del Sud, confermato l’impeachment per l’ex presidente Yoon: destituito per la legge marziale

Quattro mesi dopo il clamoroso quanto inaspettato “auto golpe” promosso dall’ex presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, che il 3 dicembre del 2025 aveva annunciato l’imposizione della legge marziale nel Paese, misura che di fatto proibiva qualsiasi attività politica permettendo al governo di di prendere il controllo della stampa, misura poi revocata dopo poche ore ed enormi proteste di piazza, la Corte Costituzionale del Paese asiatico ha confermato l’impeachment dell’ex presidente.
Si tratta di una decisione attesa da mesi, da quando il 14 dicembre scorso sulla scia delle rivolte pro-democrazia nel Paese il Parlamento aveva approvato l’impeachment nei confronti del 64enne esponente del Partito del Potere Popolare, movimento di orientamento conservatore, in carica come presidente dal 2022.
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La Corte costituzionale, che ha pronunciato il verdetto in una diretta televisiva alle 11 del mattino ora locale, quando erano le 4 in Italia, ha riconosciuto che Yoon, istituendo la legge marziale, violò la Costituzione del Paese. In particolare durante la lettura della sentenza, durata poco più di 20 minuti, i giudici hanno stabilito che le azioni dell’ex presidente hanno “violato i principi fondamentali dello stato di diritto e della governance democratica” perché l’ex leader conservatore non si era limitato a dichiarare la legge marziale, ma aveva anche mobilitato “forze militari e di polizia per impedire all’Assemblea nazionale (il Parlamento monocamerale sudcoreano, ndr) di esercitare la sua autorità”
Yoon aveva giustificato quella decisione con l’obiettivo di voler fermare presunte operazioni ostili della Corea del Nord: in realtà era apparso chiaro che quello dell’ex presidente era un tentativo di reprimere l’opposizione, che deteneva la maggioranza in Parlamento impedendo così ai conservatori di approvare i provvedimenti della loro agenda politica.
Con la decisione della Corte, che ha effetto immediato, il Paese dovrà tornare al voto con nuove elezioni presidenziali entro 60 giorni. In questo lasso di tempo a guidarlo ad interim sarà il primo ministro Han Duck-soo, anche lui del Partito del Potere Popolare: anche nei suoi confronti il Parlamento aveva votato e approvato l’impeachment, in questo caso però respinto dalla Corte Costituzionale di Seul.
L’ex presidente Yoon è anche al centro di una indagine penale del ministero della Giustizia sempre per l’imposizione al Paese della legge marziale: è accusato di insurrezione, reato per cui rischia la pena di morte. Yoon era stato arrestato il 15 gennaio al termine di settimane di caos istituzionale, ma l’8 marzo scorso è stato liberato dopo che un tribunale di Seul ha accolto il ricorso dei suoi legali per gli errori procedurali nel mandato d’arresto nei suoi confronti.