Blitz con 3mila agenti
Corea del Sud, arrestato l’ex presidente Yoon deposto e sotto impeachment per la legge marziale

Ennesimo colpo di scena nell’intricata situazione politica in cui versa la Corea del Sud, il Paese asiatico dove l’ex presidente Yoon Suk Yeol lo scorso 3 dicembre aveva imposto la legge marziale, un tentativo di imporre la svolta autoritaria nel Paese naufragata nelle ore successive per l’opposizione del suo stesso partito, il Partito del Potere Popolare, che poi il 14 dicembre aveva votato l’impeachment in Parlamento dello stesso Yoon.
Nella notte italiana tra martedì e mercoledì 15 gennaio Yoon è stato tratto in arresto in un blitz nella sua residenza di Seoul, capitale della Corea: diverse migliaia di agenti di polizia sono dovuti intervenire per prelevare Yoon, sostanzialmente barricato in casa con del filo spinato all’esterno, “protetto” da guardie di sicurezza e dai manifestanti che da settimane stazionano all’esterno dell’abitazione dell’ex presidente. È la prima volta nella storia della Corea del Sud che un presidente in carica viene arrestato.
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Yoon e le sue guardie, come raccontano i media sudcoreani, a differenza del primo tentativo di arresto avvenuto il 3 gennaio, non hanno opposto resistenza: l’ex presidente ha acconsentito all’arresto ed è stato ammanettato e portato via a bordo di un’auto presidenziale, e non su una macchina della polizia.
L’ex presidente, sospeso dal suo incarico dopo l’impeachment, è accusato di insurrezione e alto tradimento, reati per cui rischia anche la pena di morte: i procuratori che indagano su di lui potranno tenere in custodia Yoon per due giorni per interrogarlo, poi potranno chiedere a un giudice di formalizzare l’arresto.
Per ora Yoon, 64enne che era in carica come presidente dal 2022, pur avendo perso la maggioranza nell’Assemblea nazionale (il Parlamento monocamerale sudcoreano) è rimasto in silenzio davanti ai procuratori dell’agenzia dell’anticorruzione (Cio).
Prima dell’arresto invece aveva diffuso un video di tre minuti in cui ha definito “illegale” l’indagine contro di lui e parlando di “stato di diritto completamente collassato in questo Paese”. Ai suoi sostenitori Yoon ha spiegato di aver accettato l’arresto al fine di evitare “spargimenti di sangue”.
Proprio nella giornata di martedì 14 gennaio sono iniziate le udienze con cui la Corte costituzionale dovrà stabilire se l’imposizione della legge marziale è stata incostituzionale e se può essere considerata un tentativo di insurrezione.