La propaganda di Washington
Il governo Trump esibisce i migranti in gabbia come trofei: siamo vicini al nazismo
Le immagini che vi mostriamo sono viste dal governo di Washington non come prova della barbarie della autorità, ma come materiale di propaganda che porti consensi all’autorità e al partito e alle donne e agli uomini che lo rappresentano.
Esteri - di Piero Sansonetti

Kristi Noem, e cioè la ministra dell’Interno degli Stati Uniti d’America, ha messo in rete un video nel quale avverte i migranti che se entrano illegalmente negli Stati Uniti faranno la fine di alcune centinaia di prigionieri, nudi, rasati a zero, incatenati, che lei mostra con un gesto della mano indicando una gabbia alle sue spalle piena fino all’inverosimile di esseri umani in condizioni che di umano non hanno nulla.
Lo sdegno che suscita in alcuni di noi questa foto, e le altre foto che pubblichiamo, non è solo per l’infamia della condizione nella quale sono state ridotte delle persone umane. Ma nel fatto che queste immagini non sono state “rubate” da un fotografo intrepido, non sono il prodotto del giornalismo d’assalto, ma sono state fornite direttamente dall’amministrazione americana. Precisamente dalla ministra dell’Interno. Le immagini che vi mostriamo sono viste dal governo di Washington non come prova della barbarie della autorità, ma come materiale di propaganda che porti consensi all’autorità e al partito e alle donne e agli uomini che lo rappresentano.
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La gabbia fatta filmare dalla ministra si trova in Salvador, in Centramerica, e si chiama Cecot. È stata acquistata dal governo americano, e pagata al governo salvadoregno, per imprigionare i migranti accusandoli di terrorismo senza che nessun tribunale li abbia giudicati. È un monumento al rifiuto del diritto internazionale e della civiltà occidentale. Naturalmente il pensiero va subito all’Albania. Perché l’operazione Salvador assomiglia moltissimo all’operazione Albania del governo italiano. La nostra fortuna è che il nostro governo – Dio lo benedica – non dispone delle capacità pragmatiche e realizzative del governo americano, e dunque è certamente in grado di progettare e anche di propagandare una operazione orrenda, ma non è in grado di realizzarla. L’Italia si salva perché al vertice del potere ci sono moltissimi pasticcioni.
Però, al di là della polemica politica interna, queste immagini – credo – ci suggeriscono un’altra riflessione. Ma se la politica, e gli atti di governo, e anche lo spirito pubblico delle società democratiche occidentali stanno scendendo in modo così rapido i gradini del degrado, e stanno portando le nostre società a livelli così bassi di etica e di diritto, cosa potrà succedere nel futuro? Vent’anni fa, e forse anche dieci anni fa, immagini come quelle che pubblichiamo oggi avrebbero provocato un clamoroso scandalo internazionale. Oggi sono ignorate dai politici e dai mass media. Ridotte a folklore. Non sembra che esistano barriere umane o istituzionali al dilagare della cultura semi-nazista della ministra americana e dei suoi seguaci.
Le distanze tra le civiltà democratiche occidentali e i paesi governati dalle dittature si stanno riducendo sempre di più. Ma non si stanno riducendo – come si immaginava qualche anno fa – per via di un avvicinamento dei modelli politici delle dittature ad alcuni principi del diritto e della democrazia; ma al contrario è in corso un avvicinamento delle società democratiche alle usanze delle dittature. La violenza e la capacità di mettere in ginocchio, umiliare e perseguitare, l’avversario, il diverso, lo straniero, il sospetto, non sono più considerati un limite dettato dall’emergenza, ma una dote, un pregio, qualcosa di cui gloriarsi.
Sì, certo, l’uso della parola nazismo forse è eccessiva. Il nazismo è quello della Shoah. Il nazismo ha ucciso 6 milioni di ebrei e mezzo milione di rom. Non siamo a quel punto. Forse è impossibile replicare la straordinarietà di quella infamia. Ma le condizioni per avviarsi su quella strada sono state create. E soprattutto – così sembra – è stata sterilizzata l’opinione pubblica e il suo senso di giustizia. La pietà è stata cancellata, l’umanità ridotta a difetto di debolezza. Dio è morto. Anche per gli atei come me Dio è morto. E non siamo affatto sicuri che possa risorgere in tre giorni.