In Italia si aggirano i tagliagole libici
Il sogno di Piantedosi: aprire una Guantanamo in Albania
Politica - di Redazione Web

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha cercato di mettere una pezza sul pasticcio Albania, rilasciando un’intervista alla “Stampa”. Dice che la base albanese concessa all’Italia dal governo di Tirana potrebbe diventare un Cpr oltre confine. Cioè non servirebbe più come centro sul quale deportare i profughi intercettati nel Mediterraneo dalle motovedette italiane, ma semplicemente come prigione per migranti che non hanno commesso nessun reato. Si tratterebbe di deportare fuori dai confini italiani ed europei delle persone in stato di fermo amministrativo e che non sono accusate di alcun delitto. A occhio e croce si tratterebbe di un’operazione del tutto illegale, ma non è certo questo che può fermare Piantedosi. Specie se ha ricevuto un ordine da Giorgia Meloni.
Poi Piantedosi ha anche parlato dei vari tagliagole libici che si aggirano tranquilli in Italia. Su Almasri non ha detto niente, su Al Kikli ha sostenuto di non conoscerlo. Naturalmente è possibile che Piantedosi non lo conosca, sicuramente però lo conosce molto bene il ministro dell’Interno libico con il quale il governo italiano ha ottimi rapporti. Perché Al Kikli è uno dei capi delle varie milizie che torturano, stuprano e uccidono i migranti. Tanto che è accusato non solo da ong ma dal Dipartimento di Stato Americano di delitti contro l’umanità. Piantedosi non ha spiegato, semmai, perché i servizi segreti italiani non si siano accorti della sua presenza nel nostro paese, e perché, di conseguenza, non lo abbiano espulso.
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L’intervista ha provocato diverse reazioni. Tra le quali quella molto ferma della segretaria del Pd Elly Schlein. Circostanza che sta a dimostrare che sui profughi il Pd ha assunto posizioni in linea con lo Stato di diritto e in rottura con le vecchie idee del Pd di Minniti.