La proposta Londra-Parigi
Cos’è la “forza di rassicurazione”: il progetto per inviare truppe europee in Ucraina, cosa vuole fare Meloni per l’Italia
Non si sa quanto sarà grande, chi parteciperà, dove opererà. La proposta dal vertice dei "Paesi volenterosi", già divisi. La premier: "Prudenza, può rappresentare una minaccia"
Esteri - di Redazione Web

Non si sa quanti elementi e quali forze coinvolgerà, quali Stati dovrebbero partecipare con precisione, dove dovrebbe essere localizzata sul territorio dell’Ucraina, quali saranno i suoi compiti e le sue missioni più nello specifico. E però da ieri si parla soltanto di questa cosiddetta “forza di rassicurazione” che dovrebbe essere il boots on the ground della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” lanciata dal Presidente della Francia Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer. Ancora molto cauta l’Italia sulle possibilità della missione che dovrebbe portare una forza militare in Ucraina a salvaguardia di un accordo di pace che appare ancora lontano.
Alla riunione della “coalizione dei volenterosi” che si è tenuta ieri a Parigi hanno partecipato 31 Paesi. Macron ha parlato di “agire come deterrente contro una potenziale aggressione russa”, ha assicurato che diversi Paesi Europei hanno già deciso di far parte della forza militare ma che c’è ancora diversità di vedute sulla missione. Al momento sarebbero favorevoli Francia e Regno Unito, naturalmente, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Irlanda. Le forze non dovrebbero essere dispiegate sulla linea del fronte ma all’interno del territorio ucraino, tra città e basi strategiche.
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Lo stesso presidente francese ha parlato di regole di ingaggio. In caso di attacco “entrerebbero in gioco le normali regole di combattimento. I nostri soldati, se si trovano in una situazione di conflitto, sono lì per rispondere”. Una sorta di deterrente insomma, per quanto spiegato da Macron che ha comunque premesso un approccio pacifista. “Gli unici che, a quel punto, potrebbero scatenare un conflitto sarebbero i russi, se decidono di lanciare ancora un’aggressione”. Altro obiettivo è però quello di rafforzare l’esercito ucraino con l’obiettivo di una cooperazione con le forze europee.
Il Presidente dell’Ucraina Volodmyr Zelensky ha chiesto 100mila soldati. “Ci sono molte domande su come funzionerà questo contingente, e al momento ci sono poche risposte”, ha commentato. Ancora in bilico la partecipazione di Svezia e Repubblica Ceca che non hanno escluso né smentito, non è chiara la posizione della Germania, in un momento di transizione di potere al governo. Contrari all’invio di truppe Italia, Polonia, Spagna e Grecia.
“Dobbiamo essere prudenti. Può essere vista più come una minaccia”, ha commentato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un’intervista con il quotidiano statunitense Financial Times. La premier sostiene invece l’estensione all’Ucraina la clausola di mutua difesa di cui all’articolo 5 della NATO – senza ammettere effettivamente Kiev nell’Alleanza – che, a suo dire, sarebbe “più semplice ed efficace” di altre proposte. Punto interrogativo enorme resta quello sulla partecipazione degli Stati Uniti considerate l’importanza dell’alleanza e la forza dell’intelligence. L’Unione Europa al momento non partecipa ai negoziati per raggiungere una tregua. La prossima riunione dei “volenterosi” si terrà il prossimo 10 aprile.