Il caso in Francia
Bambino di 2 anni e mezzo scomparso, i resti trovati in un bosco: rilasciati nonni e zii di Emile Soleil dopo il fermo
Per il procuratore non ci sono indizi sufficienti per aprire un'indagine ma la pista familiare non è chiusa. Il corpo del bambino sarebbe stato spostato prima del ritrovamento, rinvenute tracce di un trauma violento
Cronaca - di Redazione Web

Sono stati rilasciati i nonni e gli zii di Emile Soleil, il bambino di due anni e mezzo scomparso nell’estate del 2023 e i cui resti vennero ritrovati quasi un anno dopo in un bosco nelle Alpi francesi. Indizi non sufficienti ad aprire un’indagine sui familiari del bambino, secondo quanto ha dichiarato il procuratore. Anche se la pista familiare per il caso, uno dei più mediatici degli ultimi anni per quanto riguarda la cronaca nera in Francia, non sarebbe definitivamente chiusa secondo chi indaga.
Ai nonni il bambino era stato affidato dai genitori per le vacanze estive. Era l’8 luglio del 2023 quando scomparve nel nulla. Centinaia le persone che parteciparono alle ricerche nei boschi. Gendarmi, poliziotti e volontari avevano setacciato campi e arbusti, il territorio era stato perlustrato anche dall’alto. A un certo punto, il sindaco, alla luce dell’attenzione mediatica, aveva vietato l’accesso ai non residenti al paese. Una delle prime ipotesi che era emersa, ipotizzava che il bambino fosse stato investito da una mietitrebbia mentre camminava nell’erba. Gli investigatori non avevano escluso le piste dell’omicidio o del rapimento.
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Soltanto il 30 marzo 2024 il ritrovamento dei resti che vennero identificati come appartenenti a quelli del bambino: a ritrovarli era stata una donna che faceva una passeggiata in un sentiero a neanche due chilometri dal centro abitato. A inizio marzo ulteriori rilievi sul posto, sequestrata una fioriera che si trovava nei pressi della chiesa, al centro del paese: l’ipotesi era che il corpo possa esser stato nascosto per qualche tempo all’interno della stessa. L’annuncio del fermo dei parenti del bambino aveva scatenato sdegno e attenzione sull’ipotetica responsabilità degli stessi nella sparizione e nel decesso.
A spiegare le circostanze del rilascio il procuratore di Aix-en-Provence Jean-Luc Blachon che in conferenza stampa ha illustrato come il fermo di nonni e zii “ha consentito di rispondere agli interrogativi che ci eravamo posti” e che “gli indizi non erano sufficienti per aprire un’indagine su di loro” e anche che “la pista familiare non è definitivamente chiusa”. Secondo gli ultimi sviluppi delle indagini il corpo del bambino sarebbe stato spostato prima del ritrovamento e che sui resti sono stati rinvenute tracce di un trauma violento.
Il magistrato ha parlato del possibile “intervento di una terza persona” nella scomparsa anche perché secondo i rilievi, gli abiti ritrovati con i resti del bambino non sarebbero stati originariamente sul corpo. “I resti non sono entrati in decomposizione in quei vestiti”. Blachon ha spiegato anche che la fiorera sequestrata “non comporta alcun elemento in grado di far progredire le indagini”. I familiari del bambino sono stati rilasciati dopo gli interrogatori cui sono stati sottoposti mentre si trovavano in stato di fermo.