Musica

Chi è La Niña del Sud: la cantante napoletana Carola Moccia, il disco FURÈSTA tra recupero della tradizione folk e pop

Il secondo album dell'artista di San Gregorio a Cremano recupera tammurriata, musica barocca e misticismo. Un approccio dal forte impatto scenico anche se spesso pittoresco, sembra destinato a fare molta strada

Cultura - di Antonio Lamorte

27 Marzo 2025 alle 17:48

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Dettaglio dalla copertina del disco (concept, artwork e grafica di Alfredo Maddaluno)
Dettaglio dalla copertina del disco (concept, artwork e grafica di Alfredo Maddaluno)

Altra voce da Napoli, in tempi di iper-narrazione e produzione ipertrofica della città, e però il secondo disco de La Niña, nome d’arte di Carola Moccia, si discosta dalle proposte più mainstream tramite un recupero della tradizione folk. FURÈSTA sta riscuotendo attenzione mediatica e un buon successo di critica. Il progetto è stato spesso presentato come quello di una “Rosalía in napoletano”, citando la cantante catalana che ha trasferito il flamenco al pubblico mainstream mondiale prima di approfondire un percorso nell’r’n’b e nell’hyperpop. Rockit ha definito il disco come un DtMF di Bad Bunny in napoletano, ci sembra un rimando più efficace.

Carola Moccia è nata a Napoli nel 1991, è cresciuta a San Gregorio a Cremano. Figlia di padre musicista, ha cominciato a studiare chitarra e a scrivere canzoni fin da bambina. Laureata in filosofia e storia all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha conseguito un master in comunicazione musicale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Non è un’esordiente: FURÈSTA è il suo secondo album, il primo VANITAS, del 2023, già mescolava melodie mediterranee, suoni urbani, versi ipnotici e pop sperimentale. Per Rolling Stone Italia, Moccia è una sorta di ibrido tra Teresa De Sio e Rosalìa.

Ha cantato con Franco Ricciardi, Gemitaiz, Clementino, Tosca, Peppe Barra, Jovine dei 99 Posse, Roberto Angelini, Ghemon, Gemitaiz. Con Sissi e Gaia si è esibita in una versione di Lady Marmelade al Festival di Sanremo. Ha recitato e composto la colonna sonora, prodotta da KWSK Ninja, della serie tv La voce che hai dentro di Massimo Ranieri trasmessa su Canale 5. È comparsa nel video del singolo Le ragazze di Porta Venezia – The Manifesto di Myss Keta. È comparsa anche al programma “Bar Stella” sulla Rai con Stefano De Martino. Il progetto solista La Niña è partito nel 2018.

 

 

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FURÈSTA, il secondo disco de la Niña

FURÈSTA è un album composto da dieci tracce nella versione digitale e undici in quella fisica. Due le collaborazioni, una con l’artista egiziana-iraniana KUKII nel brano Tremm e l’altra con l’artista egiziano Abdullah Miniawy nel brano Sanghe. Alfredo Maddaluno è il producer e art director del disco, già membro del duo elettro pop Yombe fondato con la stessa Moccia nel 2015. Per Rockit, testata di riferimento per quanto riguarda la musica italiana non immediatamente mainstream, “sembra una collezione di canzoni atemporali, almeno nella struttura e nella composizione”. È infatti un lavoro dal senso anche etnografico, di recupero della tradizione folk, tra tammurriata, misticismo e musica barocca. Già soltanto per questo, è un album dal forte senso politico cui si aggiungono canzoni di lotta e ballate di impronta popolare.

In una lunga intervista a Rolling Stone Italia, la Niña ha raccontato di essere partita “dalle tammurriate nelle campagne campane. Dico campane perché anche la musica che Roberto De Simone ha indagato, traslato e portato nel suo teatro, nasce nelle campagne e solo dopo arriva in città: non nasceva urbana, si è urbanizzata dopo. Per questo per me è stato così importante risalire alle radici di certi canoni del linguaggio che molti danno per scontato che appartengano alla città di Napoli. Ma non è così, non è vero. Napoli non è niente, Napoli è un quadrato. Attorno ad essa c’era la cultura della Campania Felix tutta intorno, che custodisce misteri e misticismo, a cui hanno attinto i grandi del passato nelle proprie opere”.

Dalla canzone Guapparìa emerge un bozzetto di Napoli: “Che mania, tutto il mondo vuole guardarla, ma quando muoiono a Scampia girano la testa dall’altra parte. Tarantelle e guapparie, questo vogliono: una puttana di compagnia che nessuno vuole sposare”. FURÈSTA ricorda l’operazione di Eugenio Bennato con i Taranta Power, quella ultradecennale di portare strumenti, stilemi e tradizione della cultura folk di un Mediterraneo allargato oltre che del sud all’interno della canzone d’autore. Quella de la Niña emerge come una proposta per stile e carattere diversa dagli altri progetti napoletani di questi, un immaginario dalla forte componente scenica cui non manca un alone pittoresco e retorico che però non c’è alla musica pop italiana attuale.

 

 

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27 Marzo 2025

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