Anzola Emilia

Omicidio di Sofia Stefani, un contratto di dominazione sessuale con l’ex comandante Giampiero Gualandi: “Padrone che tutto può sulla sua schiava”

Il processo sull’omicidio della vigilessa 34enne uccisa nel comando locale. La difesa: “Un gioco, viene dal libro ’50 sfumature di grigio’”

Cronaca - di Redazione Web

17 Marzo 2025 alle 15:35

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Anzola Emilia, ex vigilessa uccisa dall’ex Comandante. Chi sono Sofia Stefani e Giampiero Gualandi: i due avevano una storia

Sofia Stefani e Giampiero Gualandi avrebbero firmato un “contratto di sottomissione sessuale” in cui la 33enne, uccisa nel maggio del 2024, si “autodefiniva padrone, colui che tutto può sulla sua schiava”. È quanto emerso nella seconda udienza del processo alla Corte d’Assise di Bologna a carico dell’ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia, accusato di omicidio aggravato. L’accusa si è opposta a una serie di testi che la difesa vorrebbe far sentire per argomentare le condizioni di fragilità psichica della vittima.

Stefani fu uccisa il 16 maggio 2024 negli uffici del comando della Polizia locale di Anzola. Un colpo di pistola esploso dalla pistola di ordinanza di Gualandi che ferì fatalmente allo Zigomo la vittima. Gualandi ha 63 anni, era per la prima volta presente in aula assistito dai suoi difensori, gli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli. Ha sempre parlato di un colpo partito per sbaglio durante una colluttazione. La procuratrice aggiunta Lucia Russo è intervenuta in aula osservando che “come si vedrà dalle consulenze tecniche, sull’arma non sono state trovate tracce né biologiche né dattiloscopiche di lei, ma solo dell’imputato”.

I particolari del contratto di sottomissione sono emersi dall’analisi dei dispositivi elettronici. La pm ha parlato di un “castello di menzogne” costruito dallo stesso Gualandi che dopo la scoperta della relazione da parte della moglie si inventò che il rapporto era finito da tempo e che era la 33enne a continuare a perseguitare l’uomo. “Nella fase che precede l’omicidio, Gualandi assume comportamenti di assoluta doppiezza, mandando alla Stefani messaggi confermativi del rapporto affettivo e sessuale mentre alla moglie, negli stessi minuti, scriveva di essere tormentato da Stefani”.

Quel documento sarebbe stato firmato il 18 maggio 2023, circa un anno prima dell’omicidio. “Nel contratto di sottomissione sottoscritto il 18 maggio 2023, contenuto in una pennetta USB, tra il Supremo (Gualandi) e la Schiava (Stefani) di chiara natura sessuale, si legge ‘Io signore e padrone, mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa, divorandola a mio piacimento”. La difesa, con gli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli, ha definito il documento “un gioco”, un riferimento a Cinquanta sfumature di grigio, libro di grande successo diventato un film, a sua volta fenomeno di massa. Un contratto definito in gergo BDSM: bondage, dominazione, sadomasochismo.

“Non si può dare un giudizio sulla vita sessuale degli adulti. Segnalo che dalla copia forense del telefonino della Stefani su ricerca di siti la tematica interessava alla Stefani, per cui presento la copia del contratto di sottomissione. Chiediamo l’esame di tutti i testi in lista”. La difesa ha messo in allerta la Corte di Assise di fare attenzione “a chiunque cerchi di tirarvi per la giacca su pregiudizi di tipo morale”.

L’avvocato difensore di parte civile per i genitori della vittima, Andrea Speranzoni, ha ribattuto che “in quel contratto i protagonisti sono un comandante e un agente, si colloca tutto nel contesto lavorativo di Sofia Stefani”. Dalle cartelle cliniche sarebbero emerse le caratteristiche di personalità borderline e bipolarismo della vittima, che anche a Guastalla, dove aveva prestato servizio come vigilessa, avrebbe mostrato comportamenti aggressivi.

17 Marzo 2025

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