La gaffe del sottosegretario

Delmastro sconfessa la riforma del “suo” ministro Nordio, fuoco amico sul Guardasigilli

Parlando con un giornalista del Foglio, il sottosegretario alla Giustizia si lascia scappare un severo giudizio sul ddl: “Il Csm per i pm, un errore”

Giustizia - di Paolo Comi

15 Marzo 2025 alle 10:00

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

La riforma della giustizia è un errore, anzi no. Parola di Andrea Delmastro. Il meloniano sottosegretario alla Giustizia, ancora una volta, ne ha combinata una della sue. In una surreale intervista ieri al Foglio, quotidiano dove fra gli editorialisti di punta figura il ministro Carlo Nordio che nelle scorse settimane si è anche lanciato nell’elegia di Winston Churchill, Delmastro è riuscito nell’impresa di smontare con quattro frasi la riforma della giustizia, diventando così il miglior testimonial dell’Associazione nazionale magistrati.

A nulla è valsa infatti una smentita in cui ha affermato di essere stato frainteso. L’audio del colloquio di Delmastro con il giornalista del Foglio Ermes Antonucci, pubblicato subito dopo sul sito del quotidiano diretto da Claudio Cerasa, ha fatto capire con chiarezza il suo pensiero sulla riforma che fa a pugni con la narrazione di questi mesi del governo. Fra i punti contestati della riforma vi è proprio la tanto attesa separazione delle carriere fra pm e giudici, con la previsione di due diversi organi di autogoverno per evitare che i primi possano condizionare i secondi nelle valutazioni di professionalità e nell’attribuzione degli incarichi. Secondo Delmastro, con due Csm, il pm “divorerà” i giudici e poi i politici. L’unica soluzione è allora quella di togliergli il potere d’indagine e, soprattutto, di portarli sotto il controllo dell’esecutivo. Musica per le orecchie dei magistrati dell’Anm che su quest’ultimo aspetto, sempre smentito dalla maggioranza, hanno indetto una giornata di sciopero dalle udienze il mese scorso ed hanno intenzione di montarci tutta la campagna referendaria contro la riforma.

L’unica cosa “figa, figa, figa” della riforma è invece il sorteggio per l’elezione dei togati, ha poi detto Delmastro, che ha anche dichiarato di essere al tempo stesso “giustizialista” e “garantista” a seconda delle necessita. Nell’imbarazzato silenzio degli alleati, la difesa di Delmastro dagli strali dell’Anm è stata affidata ai suoi colleghi di partito. “Quella di Delmastro non è affatto una bocciatura, bensì un’articolata analisi della riforma che complessivamente viene giudicata ottimamente”, hanno affermato i parlamentari di FdI. “La sinistra si rassegni: andremo avanti, convintamente e compattamente, con la riforma della giustizia e la separazione delle carriere, il cui obiettivo cardine è quello di garantire la terzietà del giudice e la parità tra accusa e difesa”. “Delmastro ha già chiarito che la nostra condivisione è totale e senza riserve. Non abbiamo gettato maschere perché non ne abbiamo mai avute, e il testo della norma è trasparente e univoco”, ha dichiarato invece Nordio.  “Lo sgradevole processo alle intenzioni che alcuni membri dell’Anm continuano a fare, prospettando la soggezione del pm all’esecutivo – ha aggiunto il Guardasigilli – non aiuta il dialogo che ci proponiamo di mantenere, pur nella differenza di idee”. Per Nordio si è trattato solo di una “enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa, che ha tenuto conto di varie problematiche connesse a una importante revisione costituzionale. Ma alla fine il risultato è stato ottimo, come l’amico Delmastro mi ha tempestivamente ribadito”.

Durissime le opposizioni. “Delmastro dice che dopo la riforma sarà necessario sottoporre i pubblici ministeri all’esecutivo, e il ministro Nordio parla ancora di ‘processo alle intenzioni’. È la mancanza di senso del ridicolo”, ha affermato il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commissione giustizia a Palazzo Madama. “Delmastro è un sottosegretario incapace e sadico. Da oggi è anche bugiardo”, ha scritto su X il leader di Italia viva Matteo Renzi. Nessun commento da Meloni per la quale, comunque, Delmastro non si tocca a prescindere. Fresco di condanna per rivelazione del segreto d’ufficio per la diffusione dei verbali dei colloqui dell’anarchico Alfredo Cospito, Delmastro è sempre stato difeso pancia a terra dalla premier che non ha ritenuto neppure di rivedere le sue deleghe sul carcere e sulla polizia penitenziaria. Alla prossima gaffe.

15 Marzo 2025

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