La riforma costituzionale

Di Pietro sconfessa l’Anm sulla separazione delle carriere: “Sciopero un errore, correntismo ha rovinato la credibilità della magistratura”

Audito in Commissione al Senato, l’ex magistrato del pool di Mani pulite difende il ddl costituzionale: “Sì anche al sorteggio contro il correntismo, un errore lo sciopero delle toghe contro il governo"

Giustizia - di Angela Stella

7 Marzo 2025 alle 14:00

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Photo credits: Paola Onofri/Imagoeconomica
Photo credits: Paola Onofri/Imagoeconomica

Ormai la situazione è chiara: il Governo non intende modificare di una virgola il ddl costituzionale sulla separazione della carriere. Bisogna evitare qualsiasi tipo di rallentamento e andare quanto prima al referendum. Tutto è emerso con chiarezza dopo l’incontro di mercoledì tra Anm e Palazzo Chigi. Eppure ieri in commissione Affari costituzionali del Senato sono proseguite le audizioni già programmate da tempo.

Il primo a parlare è stato Luciano Violante, ex presidente della Camera dei deputati: “Non credo che questa riforma migliori il sistema giustizia, non risolve i vuoti di organico e delle risorse materiali, se pensiamo che in alcuni tribunali manca anche la carta per le fotocopie. In più non riesce ad intervenire sulla lentezza dei processi”. Secondo Violante l’obiettivo reale è quello di “un riequilibrio dei poteri tra politica e giurisdizioni. La proposta della separazione viene da lontano e allora aveva un senso ma credo che dopo la riforma Cartabia occorrerebbe un supplemento di riflessione. Infatti la riforma istituisce un corpo investigativo speciale composto da circa 1.500 magistrati, autogovernato, privo di vincoli gerarchici, che conferma e aggrava il sovra-potere della magistratura inquirente sulla società e sulla politica”. Inoltre, per l’ex magistrato, “la riforma si rivolge solo alla giurisdizione ordinaria: 28 magistrati sono stati uccisi, e la maggior parte erano pubblici ministeri”.

A proposito dei pm, Violante ha ricordato quanto detto da Nordio nella sua relazione sull’amministrazione della giustizia, ossia che “nel sistema attuale il pm è già un superpoliziotto, con l’aggravante che godendo delle stesse garanzie del giudice egli esercita un potere immenso senza alcuna reale responsabilità. Oggi infatti il pm non solo dirige le indagini, ma addirittura le crea, attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo”. Per Violante allora “questa riforma non raggiungerà lo scopo prefissato perché la riforma aumenterà il potere della magistratura requirente e il pm diverrà un organo inquisitorio. Non dimentichiamoci che ci sono già state condanne per chi ha nascosto prove a favore dell’imputato”. Violante ha poi rilevato una contraddizione introducendo anche il ddl sicurezza: “Ad ogni nuova ipotesi di reato corrisponde sicuramente un aumento dei poteri di intromissione dei pm nella vita civile, politica ed economica del Paese. Per questa legislatura i dati oscillano tra i 30 e i 49 nuovi reati. Il solo ddl Sicurezza prevede 16 nuove figure di reato, più un certo numero di circostanze aggravanti che potenziano i poteri di intromissioni del pm. Mi chiedo se non vi sia una contraddizione tra la denuncia di un ruolo eccessivo dei pm e l’aumento di questo potere di intervento”.

Ha poi criticato lo sciopero delle toghe: “Tu magistrato non puoi scendere in piazza perché la gente deve avere fiducia in te, tutta la gente non solo quelli che stanno dalla tua parte”. Sul sorteggio: “è abbastanza singolare come previsione. Mi chiedo se sia rispettato il principio di eguaglianza con le altre istituzioni. E comunque il sorteggiato apparterrà comunque ad una corrente”. Ha concluso: “Non sono personalmente contrario al principio ispiratore di un intervento diretto a un giusto equilibrio, ispirato come insegna la Corte Costituzionale, a una leale collaborazione fra i poteri dello Stato. Ma per un eccesso di zelo ideologico, ho l’impressione che si sia raggiunto il risultato contrario a quello voluto: una sorta di eterogenesi dei fini”.

Poi è intervenuto l’ex pm e già leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro, chiamato da Fratelli d’Italia: “Ho sentito in questi giorni, anche tra chi ha fatto sciopero, che la riforma mina l’indipendenza soprattutto della magistratura requirente. Ma leggendo l’articolo 104 non è vero. Certo, domani la magistratura requirente potrebbe avere troppo potere, allora il politico lo rivaluterà ma per farlo bisognerà modificare la Costituzione e quando e se ci sarà quel tentativo di modifica sarò il primo ad oppormi ma al momento questo non c’è scritto”.

Ha proseguito: “Condivido la critica di Violante per cui la riforma riguardi solo la magistratura ordinaria e non quella amministrativa e contabile. Sarebbe potuta essere fatta meglio ma se si ragiona sempre così allora non si fa mai nulla. Si dice no al sorteggio? Ma quale sarebbe l’alternativa? Lasciare le cose come stanno? Le cose come stanno non hanno funzionato finora. Palamara docet. Il correntismo ha rovinato la credibilità della magistratura e il sorteggio riduce lo sfruttamento del correntismo sulle nomine e sul disciplinare”. Ha poi espresso la sua piena approvazione della riforma: “è una conseguenza naturale di quella che fu la riforma del processo penale. E’ vero che non risolve i problemi della giustizia ma risolve quello che aveva previsto il legislatore con il sistema accusatorio”. Ha ammesso: “l’accusa non cerca mai le prove per la difesa, ben venga che ci sia un organo separato su cui interviene l’Alta Corte disciplinare”. Poi ha ripreso lo slogan dell’Unione Camere Penali: “l’arbitro non può indossare la stessa maglia di una delle due squadre in campo”.

Ha proseguito: “Il governo ha sbagliato a metterci il cappello sopra. Non voglio che sembri che io dia ragione al Governo ma voglio dare ragione ad una ragione organizzativa”. Ha concluso rivolgendosi all’associazione presieduta da Cesare Parodi:L’Anm fa bene il suo lavoro ma sbaglia quando va oltre, ad esempio con lo sciopero per opporsi a quello che fa il Parlamento”.

Dopo di lui Edmondo Bruti Liberati, già procuratore Capo della Procura presso il Tribunale di Milano: “Il Csm viene ridotto all’irrilevanza. Invece il Consiglio Superiore è stato modello per le realtà che hanno riconquistato la democrazia come la Spagna, il Portogallo, gli Stati dell’Europa dell’est dopo la caduta del muro di Berlino”. L’ex membro del Csm ha proseguito: “Non ho dubbi sull’onestà dei fautori della riforma ma le istituzioni hanno una loro logica intrinseca che prescinde dal legislatore: ho letto adesso le dichiarazioni del senatore Sisto all’Ansa per cui ‘se poi qualcuno vuole strumentalmente evocare fantasmi e inventare il ‘lupo cattivo’, e’ libero di farlo’, tuttavia evocare la sottoposizione del pm all’Esecutivo non significa affatto evocare un fantasma”.

L’ex presidente dell’Anm ha poi concluso: “adesso si vuole ridurre il magistrato ‘a bocca della legge, ad un essere inanimato’ Ma i magistrati sono come tutti gli altri, votano. E secondo le più elementari statistiche oggi le toghe azzurre-nero-verdi sono oggi in maggioranza rispetto a quelle giallo-rosso, perché i magistrati uomini e donne votano come tutti gli altri. Sarebbe il caso di abolire la citazione delle toghe rosse ogni volta che vi sia un provvedimento che non viene gradito”.

7 Marzo 2025

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