Il caso

Povero fratello Boccia, arrestato per furto di elettricità: un classico del romanzo popolar-condominiale

Non posso che essere garantista sul caso del fratello della più nota Maria Rosaria. 40 anni fa mi salvò un funzionario dell’Acea

Cronaca - di Fulvio Abbate

14 Marzo 2025 alle 16:30

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

La notizia, sebbene non proprio un primissimo piano, semmai solo sfondo ravvicinato, porta a far brillare nuovamente, sia pure di rimbalzo nella piccola cronaca cittadina, Maria Rosaria Boccia, tramontato, s’intende, l’interesse per la sua particolare, vivace, frequentazione con l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, consacrato quest’ultimo adesso a nuova vita e orizzonti professionali dopo lo scandalo che lo ha visto primattore nei mesi scorsi insieme alla signora di Pompei. I fatti, ancora da accertare, muovono comunque dal non meno proteiforme contesto familiare dell’imprenditrice campana.

Andrea Gaetano Boccia, fratello quarantaquattrenne, altrettanto impegnato nel “ramo abbigliamento”, si ritrova agli arresti accusato di “furto di energia elettrica”. L’imputazione inquadra, va da sé, i locali, con annessi contatori, della sua attività commerciale. Nei giorni scorsi, infatti, così puntigliosamente riportano le agenzie, i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata lo hanno tratto in arresto, appunto, per “furto aggravato”. Secondo la ricostruzione, “al contatore del suo atelier sarebbe stato applicato un magnete per registrare consumi di energia elettrica alterati”. Il danno erariale, se non fosse bastata la presenza dei solerti uomini dell’Arma, “è stato riscontrato anche dal personale dell’Enel intervenuto per il sopralluogo”. La direttissima processuale sarà celebrata presso il tribunale di Torre Annunziata.

Si perdoni l’approccio emotivo all’insieme dell’altrui vicenda, si tratta però di un tema che ha toccato da vicino, addirittura dal vivo, in modo incolpevole e soprattutto inconsapevole, anche la mia persona, dunque un sentimento garantista di piena partecipazione sembra necessario, umanamente obbligato, quasi a capo chino. Quarant’anni fa esatti, dopo avere acquistato un appartamento a Roma, alle spalle delle Terme di Caracalla, giunse necessario richiedere all’ente competente romano, l’Acea in quel caso, un nuovo contratto per ottenere la corrente elettrica. Giunse così un addetto che, ancor prima di operare il riallaccio, osservando il contatore, notò subito presente, se non proprio un magnete, un frammento di pellicola fotografica, lì a tenere fissa la rondella che, con moto copernicano ruotando su sé stessa, determinava consumi, dunque costi, bollette; trimestrali, credo.

Sembra di ricordare che si trattasse di un rullino “Kodachrome” o forse “Ferrania”, nel quale era impressa una gioiosa scena matrimoniale, stesso titolo di un brioso brano di Paul Simon. Bene, nonostante il verbale dove la manomissione, corpo del reato accluso all’incartamento, attribuiva ogni responsabilità all’ex residente dell’immobile, pochi mesi dopo giunse una lettera, credo dall’Avvocatura dello Stato, che riferiva alla nostra persona il misfatto. Per questa ragione, afflitto da un’accusa impropria, raggiunsi dolente gli uffici che avevano tempo addietro compilato il verbale che scagionava il nuovo proprietario da ogni responsabilità, evidentemente ignorato da altri.

Corridoio dopo corridoio, in un’atmosfera burocratica fantozziana, trovai salvezza grazie a un funzionario compassionevole che subito prese a cuore il mio problema: “Ma lei è palermitano? Anche mio nonno lo era, nella celebre foto di Pio XII tra le macerie del bombardamento del quartiere di San Lorenzo il 19 luglio 1943, lui è il corpulento maresciallo di polizia in divisa e berretto che, protettivo, sta accanto a Sua Santità nello scatto, venga che proviamo subito a risolvere il suo caso”.
Ora che ci penso, il partecipe funzionario dell’Acea citò in proposito anche una canzone di Francesco De Gregori dove Pacellisembrava un angelo con gli occhiali”. Riuscì alla fine a compiere il miracolo, e venni così scagionato da ogni possibile pendenza che oggettivamente non mi riguardava. Per queste, solo apparentemente insignificanti ragioni, ogniqualvolta accade di soffermarmi sul tema del “furto di elettricità” provo umana vicinanza verso il vero o presunto reo.

Il romanzo popolar-condominiale dell’immoralità nell’approvvigionamento abusivo alle fonti di elettricità narra di “allacci” volanti alla rete, fili che corrono nel cielo del bisogno, sarà pure una narrazione da cittadini indegni, incapaci di rispettare il galeo minimo dei contatori regolarmente sigillati, mai violati, resta però che perfino nella più ordinaria commedia all’italiana delle truffe il possibile magnete, come già un tempo il mozzicone di pellicola fotografica, figurano, se non proprio nel palmarès degli attori protagonisti, certamente con un David di Donatello, un Telegatto, o magari un Oscar minore, per le scene e i costumi, in questo caso diffusi, del “famo a capisse”. Al momento, Andrea Gaetano Boccia da Pompei, fratello della ben più lucente Maria Rosaria, si sappia, è fra le “nomination” per “Un giorno in pretura”. Il nostro garantismo sia incluso nei titoli di testa.

14 Marzo 2025

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