La sentenza della Cassazione
Diciotti, la destra schiuma rabbia dopo la sentenza della Cassazione: ma il soccorso in mare è “un diritto inviolabile”
“Nessuna scelta politica può violare la Costituzione”, scrivono i giudici. “Il soccorso in mare è un diritto inviolabile”. Meloni infuriata: “Frustrante”. La Lega: “Vergognoso”
Politica - di Angela Stella

“Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale” in quanto “l’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”. Inoltre “l’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità; come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”.
Sono i principi fissati da una ordinanza del 6 marzo delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso con cui un gruppo di migranti eritrei, trattenuti per giorni a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti dopo un soccorso in mare, su decisione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, hanno chiesto un risarcimento alla Presidenza del Consiglio e al Viminale dei danni non patrimoniali patiti dal 16 al 25 agosto 2018. Il supremo organo di giurisdizione italiana ha rinviato alla Corte di Appello di Roma per la sola quantificazione del danno.
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Le 37 pagine, firmate dal presidente Ettore Cirillo, hanno scatenato l’ira del Governo che ancora una volta accusa la magistratura di emettere una sentenza politicizzata. La premier Meloni ha commentato sui social: “Per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante”. Il leader del Carroccio Matteo Salvini ha parlato di decisione “vergognosa” perché “mi sembra un’altra invasione di campo indebita. Se c’è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga. Chissà se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi, magari qualcuno cambierebbe idea”.
Contrario ma con parole meno tranchant il vice premier di Forza Italia Antonio Tajani: “Non so cosa rispondere, credo che il dovere del governo è di difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non ne condivido le basi giuridiche”. Le parole arrivate dalla maggioranza hanno spinto addirittura la prima presidente di Cassazione, Margherita Cassano, ad inviare una nota di poche parole ma molto pesanti nel significato: “Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle di altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono, invece, inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”.
Contro l’Esecutivo è intervenuto anche il segretario di AreaDg Giovanni Zaccaro: “Le sentenze, soprattutto se espresse a sezioni unite della Cassazione, vanno lette e studiate ed eventualmente criticate nel merito e non perché ‘non piacciono’. Ieri è stata ribadita la primazia dei diritti fondamentali delle persone sulle volontà delle maggioranze di turno, anche se schiaccianti. È il principio fondante delle democrazie moderne. Spiace che ad alcuni politici ogni tanto sfugga, forse avrebbero dovuto ascoltare con più attenzione cosa ha cercato di dire l’altro ieri il Presidente Parodi all’incontro con il Governo”, ha concluso Zaccaro. Il riferimento è all’incontro del 5 marzo tra Anm e Palazzo Chigi durante il quale il leader del sindacato delle toghe aveva chiesto ai vertici dei partiti di maggioranza “un maggiore rispetto per i magistrati spesso accusati di produrre provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici. Io ho chiesto con forza che questo atteggiamento possa essere modificato perché ferisce i magistrati, che sono i primi a rifiutare questa logica”. Insomma il bon ton sancito tre giorni fa, seppur nella fermezza delle opposte posizioni sulla separazione delle carriere, è svanito dopo 48 ore.
Soddisfatta per la decisione di Piazza Cavour la segretaria del Pd Elly Schlein che critica la premier: “Giorgia Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del suo governo. Ma la Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, come stabilito dalla Costituzione, che non cambia in base al suo umore. Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni è una sanità pubblica presa a picconate dai tagli del suo governo, con quasi 5 milioni di cittadini che rinunciano alle cure. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni sono salari da fame, con 3,5 milioni di italiani poveri anche se lavorando e mentre Meloni affossa il salario minimo. Ciò che allontana i cittadini è il quasi miliardo di euro dei contribuenti scialacquato proprio da Meloni in Albania, per costruire delle prigioni vuote: il prezzo delle sue scelte intanto continua a pagarlo gli italiani”.
Per la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi: “l’ordinanza della Cassazione è storica. È giusto il risarcimento, e lo Stato paghi il prima possibile. La Cassazione restituisce, sette anni dopo, dignità e giustizia a quanti per dieci giorni era stato impedito di sbarcare da Nave Diciotti che li aveva salvati in mare. Un vero e proprio sequestro per ‘motivi politici’”.