La sentenza

Strage di Altavilla, la figlia minorenne condannata: col padre e due amici sterminò la famiglia nel rito “di purificazione”

Cronaca - di Redazione

6 Marzo 2025 alle 18:05

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Giovanni Barreca con la moglie Angela Salamone
Giovanni Barreca con la moglie Angela Salamone

È stata condannata a 12 anni e 8 mesi di reclusione, ridotta di un terzo per il rito alternativo, per aver contribuito al massacro nell’abitazione di Altavilla Milicia della madre Antonella Salamone e dei suoi fratelli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni.

È la sentenza pronunciata oggi dal gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo nei confronti di Martina Barrecca, che assieme al padre Giovanni e due amici del genitore sterminò la propria famiglia nell’ambito di un macabro e folle rito religioso di “purificazione” per “scacciare il diavolo”.

La procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna, Martina Barrecca all’epoca dei fatti era diciasettenne, aveva chiesto per la ragazza una condanna a 18 anni di reclusione.

Fu il padre Giovanni, 55enne imbiachino, all’alba dell’11 febbraio 2024 ad allertare i carabinieri della strage. Una telefonata delirante, fatta di frasi sconnesse in cui l’uomo confessava l’omicidio della moglie e dei due fischi maschi. All’arrivo nell’abitazione i carabinieri trovarono Martina che dormiva nella sua stanza, non distante dai corpi straziati dei fratelli, morti in realtà da giorni.

Una sopravvissuta? No, una complice. Lo ammetterà la stessa ragazza due giorni alla procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna, la ragazza ha raccontato di aver partecipato alle torture e all’omicidio della madre e dei due fratelli.

I registi delle torture e degli omicidi sarebbero stati però Sabrina Fina e Massimo Carandente, una coppia di fanatici religiosi conosciuti da Giovanni Barreca in una comunità evangelica: i tre si erano convinti che il diavolo fosse presente nell’abitazione di Altavilla Miliacia e che di fosse impossessato di Antonella Salamone e dei due figli maschi. Madre e figli che per giorni sono stati vittime di un rito macabro, sottoposti a sevizie per poi essere uccisi e incaprettati.

Mentre per Martina Barrecca è arrivata la condanna, per il padre e i suoi complici/registi il processo è appena agli inizi: Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono sempre dichiarati innocenti. “Non ho mai ucciso nessuno, né ho mai avuto alcun istinto omicidiario, amo i bambini, gli animali e i disabili”, ha detto nelle sue dichiarazioni spontanee Sabrina Fini, imputata per omicidio plurimo e soppressione di cadavere, davanti alla Corte d’Assise.

Corte d’assise di Palermo che ha respinto l’istanza di dichiarazione di non doversi procedere per infermità mentale presentata dal legale di Giovanni Barreca. La Corte ha dichiarato infondata anche la richiesta di nullità del decreto di rinvio a giudizio per indeterminatezza delle accuse sollevata dal legale di Fina e rigettato la perizia sulla capacità di intendere e di volere chiesta dal legale di Carandente, così come è stato escluso il ricorso al rito abbreviato per la coppia.

di: Redazione - 6 Marzo 2025

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