L'orrore nella villetta
Strage in famiglia ad Altavilla, la figlia superstite fermata: “Ha partecipato alle torture, in preda a delirio mistico”
Cronaca - di Redazione
Unica superstite e prossimamente quarta indagata per la strage familiare di Altavilla Milicia. Anche la 17enne figlia di Giovanni Barreca, il muratore 54enne che lo scorso 11 febbraio ha confessato l’omicidio della moglie Angela Salamone e dei due figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, era “coinvolta nella situazione di parossismo religioso”.
A dirlo il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, durante la conferenza stampa convocata nella compagnia carabinieri di Bagheria, in cui si è fatto il punto sulle indagini.
- Strage familiare a Palermo, uccide moglie e due figli di 5 e 16 anni con una catena: si è consegnato ai carabinieri
- Moglie e figli torturati e uccisi, Giovanni Barreca confessa e la pista dell’esorcismo: “Liberati da Satana”
- Strage di Palermo, chi sono i complici di Barreca: fanatici religiosi, lo hanno “ispirato” e aiutato nel massacro
“La ragazza ha partecipato a una serie di riti di purificazione che in concreto hanno riguardato la tortura alla madre e al fratello“, ha detto il procuratore che poi, a chi le domandava il lo stato d’animo della ragazza, ha detto che “emotivamente il suo turbamento è profondo. È una ragazza di non comune intelligenza e sensibilità”. Cartosio ha trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza.
Fermata la figlia unica superstite
Nel volgere di poche ore è anche arrivato il provvedimento nei confronti della ragazza. La 17enne è stata fermata su disposizione della procura dei minorenni guidata da Claudia Caramanna con l’accusa di omicidio, stessa accusa che ha portato in carcere il padre e la coppia di amici palermitana. Il gip ha convalidato il fermo nel corso dell’udienza di convalida che si è tenuta oggi.
Quello che è emerso solo oggi è che già il 14 febbraio, tre giorni dopo il ritrovamento dei cadaveri dei fratelli e della madre e quando era già stata affidata a una comunità protetta, la 17enne si è alla Procura per i Minorenni di Palermo e ha raccontato quanto successo.
L’adolescente ha confessato il suo pieno coinvolgimento nei fatti e, interrogata in presenza del suo legale, ha “fornito un resoconto agghiacciante, anche in relazione al contributo personale fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, ed all’agonia fino alla morte“, si legge in una nota della Procura dei Minori.
La 17enne ha detto che già da anni c’erano dei “demoni” in casa e che per colpa dei diavoli erano accadute delle cose negative alla sua famiglia: perciò avevano avuto la necessità di scacciarli dalla madre e dal fratello 16enne molto legato alla donna e quindi posseduto dalle stesse figure demoniache.
Il ruolo dei complici di Barreca
Per la strage sono in carcere Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e una coppia di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente, fanatici religiosi come Barreca e accusati di concorso in omicidio e soppressione di cadavere. Quest’ultimi due, ha spiegato il sostituto procuratore di Termini Imerese Manfredi Lanza, “erano presenti al momento del triplice omicidio nella villetta di Altavilla Milicia”.
“Aspettiamo l’esito dell’autopsia di Antonella Salamone, moglie di Giovanni Barreca, e dei due figli – ha sottolineato invece Cartosio – quindi al momento non conosciamo esattamente le cause della morte. Possiamo però dire che la morte delle tre vittime è stata causata da comportamenti messi in atto da Barreca e dai due coniugi palermitani che per giorni hanno operato nella villetta“.
Anche il figlio Kevin coinvolto nelle torture
Anche le tempistiche del delitto sono state al centro della conferenza. Il procuratore ha sottolineato che il rito collettivo “era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia che avrebbe partecipato al massacro. Erano tutti preda di un delirio mistico” poi sfociato nel triplice omicidio.
Anche Kevin, il figlio 16enne di Barreca, avrebbe partecipato attivamente al massacro. In particolare i due complici avevano convinto Barreca e i due figli più grandi, Kevin e la sorella – l’unica figlia sopravvissuta al massacro – che solo il dolore avrebbe liberato la casa e il loro corpi dalle presenze demoniache.
Le torture fisiche vere e proprie, ha aggiunto Cartosio, “sono iniziate l’ultima settimana, da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli”.
La ricerca di altri complici
La Procura di Termini Imerese non esclude neanche il coinvolgimento di altre persone oltre ai quattro indagati. “Cercheremo di capirlo. Speriamo di avere l’appoggio delle altre sedi giudiziarie e delle altre istituzioni per capirlo”, ha spiegato Cartosio.
Quanto al “movente”, il procuratore di Termini Imerese ha ribadito quanto emerso già nei giorni scorsi, ovvero che la frequentazione dei coniugi Sabrina Fina e Massimo Caradente ha convinto Barreca che nella casa ci fosse “una presenza demoniaca che si fosse impossessata non solo della casa ma anche dei corpi”.
“Si è creata – ha aggiunto Cartosio – una situazione che ha convinto Barreca e i figli ad adoperarsi per allontanare i demoni dalla casa con torture inflitte alle persone che loro ritenevano possedute dal demonio. Torture inflitte alla madre, Antonella Salamone, e ai figli Kevin e Emanuel”.