Le indagini

Liliana Resinovich è stata soffocata: l’ultima perizia sul caso irrisolto, il giallo di Trieste

Respinta l'archiviazione per allontanamento e suicidio, gli esiti degli esami depositati in Procura anticipati dai media dopo la riesumazione del cadavere

Cronaca - di Redazione Web

3 Marzo 2025 alle 16:28

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Liliana Resinovich in una foto di repertorio
Liliana Resinovich in una foto di repertorio

Possibile che Liliana Resinovich sia stata soffocata. Ad avanzare questa nuova pista sulla morte della 63enne a Trieste, in Friuli Venezia Giulia, una nuova perizia medico-legale condotta dopo che lo scorso 13 febbraio era stato riesumato il cadavere. La pista del suicidio, inizialmente la più caldeggiata, ha perso progressivamente solidità con il passare degli anni.

Era il 5 gennaio 2022 quando il corpo di Liliana Resinovich venne ritrovato dopo che la donna era sparita a metà dicembre: era in un’aiuola, infilato in due sacchi neri della spazzatura, nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Non vennero ritrovati né il cellulare, né documenti, né portafogli. Secondo i risultati della prima autopsia, la donna era morta per soffocamento, “scompenso cardiaco acuto”, non compariva però se la causa fosse stata omicidio o suicidio.

La 63enne, ex dipendente della Regione, era in pensione, sposata con l’ex fotoreporter Sebastiano Visintin che denunciò la scomparsa della moglie la sera del 14 dicembre 2021. La famiglia della donna ha sempre respinto la tesi del suicidio. Nella vicenda è entrato anche Claudio Sterpin, amico di vecchia data che la donna aiutava con le faccende domestiche, con cui Resinovich avrebbe avuto una relazione, e presso cui avrebbe dovuto recarsi il giorno della scomparsa.

Quando la Procura chiese l’archiviazione del caso, sostenendo la tesi dell’allontanamento volontario e del suicidio, il gip respinse la richiesta e dispose nuove indagini per il reato di omicidio volontario a carico di ignoti. Il gip aveva individuato oltre venti punti da approfondire. L’ultima perizia redatta dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, dai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dall’entomologo Stefano Vanin è stata depositata in procura nella notte tra venerdì e sabato, al momento si hanno delle indiscrezioni dai media.

Secondo quanto ha raccontato Il Piccolo, il principale quotidiano locale, la donna potrebbe esser morta per asfissia, sarebbe stata colpita e sarebbe stata riscontrata una lieve frattura alla seconda vertebra toracica che non era stata esaminata in precedenza. L’inchiesta, infine, avrà anche un nuovo pubblico ministero, il precedente è stato assegnato ad altro servizio.

3 Marzo 2025

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