La scomparsa dell'attore
Come è morto Gene Hackman: escluso l’omicidio, il suicidio sembra inspiegabile
Era alto, ma con una faccia più che ordinaria. Non aveva le carte in regola per diventare una star. Poi però la Nuova Hollywood di Coppola e soci travolse le regole. E da Gangster Movie a Gli spietati recitò in un centinaio di film e in una decina di capolavori
Spettacoli - di David Romoli

“Popeye è un fascista”: era lapidario il commento di Gene Hackman sul personaggio che nel 1971 gli aveva meritato l’Oscar e un successo da quel momento imperituro. Un polizotto onesto ma con la mano pesante, colorato in tinte più cupe del quasi contemporaneo Dirty Harry Callahan di Clint Eastwood.
Non era un novellino Hackman. Aveva 41 anni, parecchi per diventare un divo e anche alla recitazione era arrivato relativamente tardi, dopo i 25 anni anche se raccontava di aver scelto il palcoscenico già a 10 anni. Era nato in California, a San Bernardino ma cresciuto nell’Illinois. A 16 anni, mentendo sull’età che non glielo avrebbe consentito, si era arruolato nei Marines ed era rimasto in divisa per quasi cinque. Il servizio militare gli aveva aperto le porte dell’università dell’Illinois: studiava per diventare giornalista ma si stufò presto e mollò tutto per tentare la carriera di attore in California. Studiava alla Pasadena Playhouse, una delle scuole di recitazione più quotate del Paese, aveva per amico e compagno di corso Dustin Hoffmann e nessuno avrebbe scommesso mezzo dollaro né sull’uno né sull’altro. Un sondaggio tra gli studenti li vide primeggiare come candidati al fiasco.
- Perché Gene Hackman si è ritirato dalle scene: gli ultimi 20 anni vissuti lontano dai riflettori
- Chi era Betsy Arakawa, moglie di Gene Hackman
- I film più belli e le migliori interpretazioni di Gene Hackman, mostro sacro del cinema
- Morto Gene Hackman, trovato senza vita in casa con il corpo della moglie e del loro cane: giallo sul decesso
Il fosco verdetto non era dovuto a invidia o miopia. Nei ‘50 lo studio system faceva pochi sconti e nessuno dei due amici si presentava come papabile per l’ambito ruolo di star. Gene era un cristone ma con una faccia comune, senza candeline negli occhi. Per i criteri degli studios poteva andare bene come cattivo o come il classico tipo nella media che fa da comprimario: un Karl Malden della nuova generazione, non un protagonista. I due amici si trasferirono a New York, incontrarono un terzo giovanotto in cerca di ruoli che ne mettessero in luce le non comuni qualità, Rober Duvall, ma le parti che toccavano ad Hackman erano poco più che comparsate. Le cose andarono meglio, non senza fatica, a Broadway. Nel ‘64 Gene strappò un ruolo da protagonista in una commedia di gran successo, Any Wednesday, e di conseguenza riuscì almeno a fare il comprimario sullo schermo in Lilith-La dea dell’amore, con il bellissimo Warren Beatty mattatore.
A salvare la carriera di Hackman, come di Hoffman, fu la new Hollywood. L’onda che nei ‘60 spazzò via lo studio system e aprì le porte ai ragazzini che si nutrivano di cinema da quando erano in fasce, gli Hollywood Brat: Coppola, il decano, Spielberg, Lucas, Milius. Per un soffio Gene e Dustin non sfondarono con lo stesso film: Il laureato, 1967. Hackman era stato scritturato per interpretare il marito di Mrs. Robinson, la matura amante dell’imberbe Dustin. Risultò poi troppo giovane per la parte ma chiusa la porta si aprì un protone con Gangster Story, di nuovo con Beatty. Hackman era il fratello di Clyde Barrow, il leggendario bandito della Depressione e stavolta, grazie anche al successo travolgente del film, si impose una volta per tutte come grande attore. La parte del poliziotto manesco e indisciplinato Jimmy “Popeye” in French Connection, in italiano Il braccio violento della legge, completò l’opera nel 1971. Da allora e fino al 2004 ha interpretato ruoli di ogni tipo, inclusa la parte comica in Frankenstein jr., il cattivissimo Lex Luthor nei vari Superman, una parte degna di Popeye nel capolavoro di Coppola, La conversazione. Il secondo Oscar, stavolta come miglior non protagonista, arrivò nel 1992, con il bellissimo Unforgiven di Eastwood, Gli spietati.
Hackman è stato uno degli attori più rispettati e di maggior successo della sua generazione. Ma non era nato per fare il divo e divo non è mai stato. Dopo 30 anni di matrimonio e tre figli con Faye Maltese, nel 1991 si era risposato con Betsy Arakawa, pianista classica di trent’anni più giovane. Erano andati a vivere lontani da Hollywood, nel New Mexico, a Santa Fe, in una casa che l’attore, appassionato di architettura e design si era ristrutturato da solo ed era finita sull’Architectural Digest e di lì non aveva più smesso di ridisegnare case facendosi un nome anche in quel campo. Era stato anche pilota da corsa e ciclista. Le auto sportive le aveva abbandonate invecchiando. La bicicletta invece no.
Come sia morto, con la moglie e il cane non si sa ancora. Ma il suicidio apparirebbe inspiegabile. Nonostante qualche acciacco a 95 anni Gene era in buona salute e ottima forma. Non girava più film da una ventina e passa d’anni ma era rimasto attivo anche nella vita pubblica della sua città. Non aveva motivo di volersene andare. Rimarrà come modello non solo di grande attore ma anche di una Hollywood che per un po’ aveva saputo andare oltre lo star system rimanendo grande.