L'udienza
Omicidio di Sharon Verzeni, ok dai giudici alla perizia psichiatrica per il reo confesso Sangare: “Sono innocente”

Moussa Sangare, unico imputato e reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terni d’Isola (Bergamo), accoltellata nel cuore della notte lo scorso 29 luglio 2024, sarà sottoposto a perizia psichiatrica.
Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Bergamo accogliendo la richiesta del suo difensore, l’avvocato Giacomo Maj, che aveva chiesto l’esame per il suo assistito per stabilire la capacità di stare in giudizio e di intendere e di voler al momento del fatto. Il legale ha parlato in particolare di “atteggiamenti distaccati dalla realtà” di Sangare in base ad alcune relazioni.
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La decisione è arrivata nel corso della prima udienza del processo per l’omicidio. Verzeni, che da due anni lavorava in una pasticceria a Brembate, era uscita di casa intorno a mezzanotte del 29 luglio, e quasi un’ora dopo aveva chiamato il 118: era stata accoltellata, alcuni passanti si erano fermati a soccorrerla ma la 33ene morì pochi minuti dopo all’ospedale di Bergamo.
Le indagini avevano brancolato nel buio per giorni, con i sospetti che avevano riguardato anche il compagno Sergio Ruocco. È stato grazie alle immagini registrate da una telecamera che si era risaliti a Moussa Sangare, italiano originario della Costa d’Avorio, disoccupato e in più occasioni denunciato dai suoi stessi familiari per casi di violenza domestica. Sangare era stato fermato il 30 agosto, identificato come l’uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere che percorreva contromano la via dell’omicidio. Sangare confesserà l’omicidio: “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”, le sue parole secondo l’Ansa.
Nel corso dell’udienza tenuta oggi la Procura di Bergamo, tramite il pm Emanuele Marchisio, si è opposta alla concessione di una perizia psichiatrica. In particolare Marchisio ha ricordato che Sangare è stato dimesso dal reparto protetti a settembre, definito raziocinante e capace di capire la situazione nella quale si trova. Ma soprattutto, ha aggiunto il pm, dopo il delitto Sangare si è comportato “con una certa intelligenza”, “è scappato ha cambiato la bicicletta, si è tagliato i capelli”, dunque ritenerlo incapace di stare in giudizio per l’accusa è “una forzatura logica”.
I giudici hanno però deciso diversamente, disponendo per il 31enne la perizia psichiatrica. Da parte sua l’imputato, richiesta dei giudici se volesse dire qualcosa ha gesticolato, ha solamente borbottato: “Sono innocente“.