Il riposizionamento
Casa Bianca come il Cremlino, Trump schiera gli Usa con Putin: ‘no’ alla definizione di Russia “Paese aggressore”

È la Casa Bianca, ma sembra di essere al Cremlino. Le posizioni di Donald Trump sull’Ucraina, su Volodymyr Zelensky ed in generale sul supporto alla causa di Kiev sembra ormai sovrapponibili a quelle di Vladimir Putin, che la guerra l’ha iniziata invadendo il Paese nel febbraio del 2022.
Dopo aver definito il leader ucraino un “comico mediocre” ma soprattutto un “dittatore mai eletto”, in preda ad una rabbia incontrollata per le dichiarazioni di Zelensky in cui il presidente definiva l’inquilino della Casa Bianca come qualcuno che “vive nello spazio di disinformazione che arriva dalla Russia”, da Washington arrivano nuove rappresaglie contro il presunto alleato.
Gli Stati Uniti, come rivelato dal Financial Times, si sono opposti all’idea di definire la Russia “aggressore” in una dichiarazione del G7 nel terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Gli inviati statunitensi, scrive il quotidiano finanziario di Londra, hanno sollevato obiezioni all’espressione “aggressione russa” e a descrizioni simili utilizzate dai leader del G7 dal 2022 per descrivere il conflitto. “Gli americani stanno bloccando quel linguaggio, ma ci stiamo ancora lavorando e speriamo in un accordo”, ha spiegato un funzionario al Financial Times.
Ma sul fronte diplomatico internazionale non è l’unica reazione scomposta che arriva dalla Casa Bianca. Gli Stati Uniti, questa volta l’indiscrezione arriva dalla Reuters, rifiutano anche di essere co-autori di una bozza di risoluzione dell’Onu in occasione del terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, che sostiene l’integrità territoriale del Paese e condanna l’aggressione russa
“La situazione attuale è che gli Stati Uniti non lo firmeranno”, ha detto una fonte diplomatica all’agenzia stampa internazionale. La bozza, che condanna l’aggressione russa e ribadisce l’impegno per la sovranità dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, è sostenuta da più di 50 Paesi ma non dal nuovo corso statunitense di Donald Trump.
D’altra parte la comunione di intenti sull’asse Washington-Mosca non è solo frutto di indiscrezioni e retroscena: Donald Trump non nasconde neanche pubblicamente i suoi rapporti con Vladimir Putin. Alla Bbc il presidente Usa ha sottolineato che la Russia ha “le carte in mano” per partecipare a qualsiasi colloquio di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, perché ha “conquistato molto territorio”, strappato con le armi all’Ucraina.