L'accordo
Gaza, Hamas rilascerà quattro soldatesse israeliane: comunicati i loro nomi, in cambio 180 detenuti palestinesi

Quattro donne, quattro soldatesse israeliane che potranno tornare in patria, dalle loro famiglie. Hamas, il gruppo islamico radicale che controlla la Striscia di Gaza, ha comunicato nel pomeriggio di venerdì 24 gennaio la lista con i nomi dei prossimi ostaggi che verranno liberati nell’ambito del cessate il fuoco siglato con Israele la scorsa settimana.
Sabato torneranno libere dopo 15 mesi di guerra, consegnate ad Israele, le soldatesse Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, quest’ultima protagonista di un video diffuso da Hamas soltanto poche settimane fa. In cambio Israele libererà 180 detenuti palestinesi.
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Conferme sono arrivate in tal senso da Tel Aviv. L’Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha riferito ai media che “è stata ricevuta dai mediatori una lista di ostaggi che saranno liberati, ma che la risposta ufficiale di Israele verrà fornita in seguito”. Salvo “imprevisti”, sabato si realizzerà dunque il secondo scambio di questo tipo da quando è entrata in vigore la tregua tra le parti: nel primo, avvenuto domenica scorsa, sono stati rilasciati tre ostaggi israeliani e 90 prigionieri palestinesi.
Resta invece nelle mani di Hamas Arbel Yehud, cittadino tedesco-israeliana di 29 anni che avrebbe dovuto essere rilasciata domenica scorsa, nel primo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, ma che era stata poi sostituita da Hamas all’ultimo minuto. Al suo posto domenica era stata infatti rilasciata Emily Damari, che ha doppia cittadinanza israeliana e britannica.
È probabile che Arbel Yehud non figuri nell’elenco degli ostaggi da rilasciare perché attualmente non nelle mani di Hamas: l’ipotesi è che la 29enne, rapita il 7 ottobre del 2023 insieme al fidanzato Ariel Cunio dalla sua abitazione nel kibbutz Nir Oz, sia ostaggio della Jihad Islamica palestinese.
Il 7 ottobre l’assalto di Hamas al kibbutz, in cui la famiglia della giovane viveva da tre generazioni, provocò la morte del fratello Dolev Yehud: i resti del 35enne vennero identificati solamente il 3 giungo del 2024.