A Castellammare di Stabia

Insegnante aggredita dai genitori, arrestata per violenza sessuale sugli alunni: “Rapporti orali e video nella ‘saletta’ a scuola”

La docente aggredita dai genitori in una sorta di spedizione punitiva. Ascoltati in forma protetta sei minori. "Intavolava discorsi di natura sessualmente esplicita, invogliava alcuni a scambiarsi effusioni sessuali, arrivava ad abusare sessualmente di uno di questi"

Cronaca - di Redazione Web

14 Gennaio 2025 alle 11:43

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FOTO DA GOOGLE MAPS
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Era stata obiettivo di una spedizione punitiva dei genitori: era stata aggredita a scuola. Quell’insegnante di sostegno è stata arrestata questa mattina a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. È accusata, gravemente indiziata, dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne commessi in danno di alcuni studenti, tutti minori di 14 anni. La misura di custodia cautelare in carcere, presso l’Istituto femminile di Benevento, è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta di questa Procura della Repubblica.

Le indagini condotte da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa e della Stazione di Castellammare di Stabia sono scattate a partire dalle denunce di alcuni genitori autori dell’aggressione già citata. La professoressa ha 40 anni, è in servizio presso l’Istituto Scolastico “Catello Salvati” di Castellammare. Era stata aggredita lo scorso 14 novembre da parte dei genitori di alcuni alunni dell’Istituto. La docente e un genitore avevano riportato delle lesioni. La misura cautelare più dura è stata decisa in quanto la professoressa è ancora formalmente in servizio presso l’istituto e perché i domiciliari non le avrebbero impedito l’uso di internet. Sei minori considerati coinvolti sono stati ascoltati in forma protetta.

L’aggressione del novembre scorso, a opera di decine di genitori, una trentina di persone secondo alcuni media, era scattata dopo che un post sui social aveva preso a circolare. Due genitori avevano denunciato l’insegnante. La voce si era diffusa nella frazione di Scanzano. “La scuola deve essere un luogo dovesi lavora e si studia nella serenità e nell’armonia – aveva scritto su X il ministro Valditara commentando il blitz – Sul caso di Scanzano l’Usr della Campania farà piena luce, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante. L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”. Ricoverati per trauma cranico la professoressa e il padre della stessa per un braccio fratturato mentre cercava di difendere la figlia.

Le indagini si sono servite anche dell’analisi di file audio estratti dal telefono cellulare degli stessi alunni e della docente. Secondo le stesse, l’insegnante di sostegno di uno dei minori a partire dall’ottobre 2023 avrebbe, cui venivano affidati anche gli altri alunni, “avrebbe sottoposto gli stessi a reiterate condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico (con la scusa di impartire ripetizioni) in un’aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata ‘la saletta’, ove avrebbe ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di natura sessualmente esplicita (fatti di riferimenti a proprie esperienze ‘in materia’ o di indicazioni su come e dove toccarsi o toccare, anche in parti intime, i partner), invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando finanche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale”.

Secondo quanto si legge nell’ordinanza, l’insegnante avrebbe anche creato un gruppo su Instagram chiamato “la Saletta” sul quale si intrattenevano discorsi a contenuto “esplicitamente sessuale, nel corso dei quali la stessa si relazionava direttamente con i minori sulla base di un rapporto di tipo sostanzialmente paritario”. A spaventare i minorenni, le minacce reiterate della professoressa della bocciatura, di mandare i genitori in carcere o loro stessi in Comunità. L’insegnante avrebbe anche millantato una relazione con un appartenente alle Forze dell’Ordine. Soltanto la sospensione di uno degli alunni coinvolti avrebbe portato le vittime a confidarsi con i genitori. A supporto dei racconti i messaggi scambiati con la professoressa tramite Instagram e Whatsapp. Sul telefono dell’insegnante, sequestrato, sono stati ritrovati numerosi messaggi vocali inviati dalla stessa agli alunni e materiale pornografico compatibile con quello descritto dalle vittime nel corso della loro audizione.

14 Gennaio 2025

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