Permessi (e diritti) negati

Si laurea in carcere, revocato il permesso ad Antonello Nicosia: Dap non in grado di scortarlo all’università

Antonello Nicosia, detenuto a Vicenza, aveva avuto l’ok a discutere la tesi in presenza alla Sapienza. Il dietrofront del magistrato su richiesta del Ministero

Giustizia - di Giovanni M Jacobazzi

12 Gennaio 2025 alle 09:57

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Si laurea in carcere, revocato il permesso ad Antonello Nicosia: Dap non in grado di scortarlo all’università

Il Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, non sarebbe in grado di garantire la scorta di un detenuto da Vicenza a Roma. La vicenda riguarda Antonello Nicosia, ex esponente dei Radicali Italiani, condannato a 15 anni di prigione con l’accusa di aver “favorito” Cosa nostra. Secondo i magistrati, in qualità di assistente dell’allora deputata di Italia viva Giusy Occhionero, durante le visite ispettive di quest’ultima nelle carceri, avrebbe incontrato i boss mafiosi al 41bis dando loro consigli e accertandosi che non collaborassero con la magistratura. Peccato però che tutte le visite ai detenuti al 41bis fossero avvenute sempre alla presenza degli agenti della polizia penitenziaria che non avevano mai segnalato alcuna anomalia. Torniamo però alla scorta dal carcere di Vicenza a Roma.

Una premessa: Nicosia in questi anni ha occupato le sue giornate studiando, raggiungendo il traguardo, non facile, della laurea. Il 19 novembre scorso, terminati gli esami, presenta la richiesta al magistrato di sorveglianza di Verona per la concessione di un permesso di necessità al fine di recarsi, accompagnato dalla scorta della polizia penitenziaria, il successivo 16 dicembre a Roma all’Università La Sapienza per discutere la tesi in “Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione”. Il 25 novembre, il giudice Vincenzo Semeraro, “considerato che l’esame di laurea può rientrare nella nozione di evento di eccezionale gravità, intesa nel senso di evento che non si verifica con regolare quotidianità, concede il permesso con la scorta del personale della Polizia Penitenziaria in abiti civili, con possibilità di non usare manette durante la visita”. Nicosia avverte quindi il suo professore della bella notizia. Passa solo qualche giorno e dal Dap arriva però la doccia fredda.

Oriana Tantimonaco, magistrato addetto al Dipartimento, scrive al collega veronese che “si permette di osservare che le modalità ed il luogo di svolgimento dello stesso, presso la sede universitaria, ambiente altamente dispersivo, rischiano di non consentire di assicurare un idoneo servizio di vigilanza […] anche alla luce della pericolosità del soggetto in questione, trattandosi di detenuto ascritto al circuito di alta sicurezza”. “Nello spirito – prosegue – di fornire la massima collaborazione […] fra organi dello Stato […] prega la cortesia di voler revocare il beneficio concesso”. La nota viene inviata anche al direttore del carcere, Luciana Traetta, e al procuratore della Repubblica Raffaele Tito. Ricevuta la comunicazione del Dap, Semeraro torna sui propri passi e, il 28 novembre, revoca il permesso. Nicosia non si perde d’animo e presenta allora reclamo al Tribunale di sorveglianza di Venezia.

L’11 dicembre, 5 giorni prima della discussione della tesi, il collegio presieduto da Linda Arata, in un colpo solo stronca sia Nicosia che il giudice Semeraro. “Il permesso di necessità non può essere concesso, in quanto le ragioni dello stesso, pur meritevoli di considerazione ma, semmai, nell’ambito di un permesso premio ove ne ricorressero i requisiti di ammissibilità e meritevolezza, sono estranee alle ragioni che, per disposizione normativa, possono giustificare l’eccezionale istituto del permesso di necessità […] E non v’è dubbio che il conseguimento di un titolo di studio non riguarda le relazioni familiari”, si legge nel provvedimento di rigetto. Ora il problema si porrà con la proclamazione della laurea, prevista per il prossimo 25 gennaio. Nicosia ha presentato questa settimana, sempre a Semeraro, una nuova istanza. Le regole dell’ateneo romano non prevedono infatti la proclamazione da “remoto”. Se il permesso di necessità non verrà accolto la proclamazione sarà valida anche in contumacia?

12 Gennaio 2025

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