Parla la premier

Meloni: “Musk un genio dipinto come un mostro. Mai fatto scelte di cui vergognarmi, Patto Italia-Albania un modello”

Politica - di Redazione

3 Gennaio 2025 alle 12:16

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Italy’s Prime Minister Giorgia Meloni attends a press conference during the North-South Summit in Inari, Finland, Sunday, Dec. 22, 2024. (Antti Aimo-Koivisto/Lehtikuva via AP)
Italy’s Prime Minister Giorgia Meloni attends a press conference during the North-South Summit in Inari, Finland, Sunday, Dec. 22, 2024. (Antti Aimo-Koivisto/Lehtikuva via AP)

Allergica alle domande, non a caso Matteo Renzi aveva ricordato il dato inquietante che vede il presidente russo Vladimir Putin aver svolto più conferenze stampa di lei nell’anno solare 2024, Giorgia Meloni si concede a 7, il magazine del Corriere della Sera, per una intervista dalle domande fiacche e dalle risposte che lasciano interdetti.

Così la premier rivendica nell’intervista a Fiorenza Sarzanini gli oltre due anni di lavoro a Palazzo Chigi: “Non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati – dice Meloni -. E non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare. Solo chi non fa non sbaglia, diceva un vecchio proverbio popolare”.

Meloni parla di “inversione di rotta”, di una “grandissima e ritrovata fiducia da parte degli investitori e dei mercati nei confronti del Sistema Italia”, alla base del “record nella richiesta per i nostri titoli di Stato” di uno spread “nettamente inferiore rispetto a quando ci siamo insediati” e di una Borsa Italiana che “ha toccato il record”, mentre “le agenzie di rating hanno migliorato il loro giudizio”. Per questo, aggiunge la premier, “quelli che qualcuno sperava fossero i punti deboli di questo governo sono diventati dei punti di forza”.

La premier come esempio di inversione di rotta parla dell’occupazione, tema su cui in realtà era arrivato un chiaro richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. Da Palazzo Chigi invece Meloni rivendica “il tasso di occupazione più alto dalla Spedizione dei Mille e il tasso di disoccupazione più basso da quando è stato lanciato il primo iPhone”, oltre al tasso di occupazione femminile “più alto di sempre”.

Nell’intervista parla poi di Elon Musk e dunque dei rapporti con le amministrazioni americane, da Biden al ritorno di Trump alla Casa Bianca. Sull’imprenditore e Ceo di Tesla, di fatto il presidente-ombra di Trump, Meloni parla quasi con reverenza: lo descrive come “un uomo geniale, è sempre molto interessante confrontarsi con lui. Musk è una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro”.

Ammette poi che “ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti, ma questo non impedisce il confronto”. Poi lo difende dagli attacchi sempre più forti ricevuti in questi mesi, da quando è diventato di fatto un portavoce internazionale delle peggiori destre mondiali, dai neonazisti tedeschi dell’AfD al britannico Nigel Farage: per Meloni “fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto ‘sbagliato’ della barricata. Io, da sempre, non ragiono così”.

Quanto a Trump e al collocamento internazionale dell’Italia, in particolare sul dossier Ucraina, per la premier non vi sarebbero differenze tra l’amministrazione Biden e quella del tycoon, notoriamente ben più disponibile al dialogo con Vladimir Putin. “Ho letto le ultime dichiarazioni del presidente eletto degli Stati Uniti Trump” sulla pace in Ucraina. “Sono parole totalmente sovrapponibili a quelle che ho ripetuto, a nome dell’Italia, in molte occasioni. Abbiamo sempre detto che l’unico modo per giungere ad una pace è costringere la Russia in una situazione di stallo, perché non c’è alcuna possibilità di pace se non l’equilibrio delle forze di campo e se la Russia ha campo libero nell’invasione dell’Ucraina. Questo è quello che sostiene l’Italia, e che dicono anche gli Stati Uniti”, le parole di Meloni.

Quindi la politica interna. La premier rivendica la guerra ai migranti, formalmente presentata come “lotta ai trafficanti di esseri umani”, a partire dal Patto Italia-Albania: una soluzione che “sta facendo scuola in Europa e non solo, perché è chiaro a tutti che può infliggere un colpo mortale alle organizzazioni criminali che speculano sui migranti per ingrassare i loro profitti”, dice Meloni.

Quanto alle bocciature da parte dei magistrati e allo scontro con le toghe proprio sul tema immigrazione, Meloni ripete le sue classiche parole d’ordine: ricorda di essere cresciuta “con l’esempio di Falcone e Borsellino e ho massimo rispetto per i giudici. Resto convinta che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani abbia il nostro stesso obiettivo, ovvero quello di disarticolare le reti criminali e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani”.

Quanto a Fratelli d’Italia e ai rapporti spesso tesi con gli alleati di governo, Meloni prima sottolinea che “togliere la fiamma dal simbolo non è mai stata una questione all’ordine del giorno”, quindi aggiunge che nella maggioranza “ci si confronta, come d’altronde succede in tutte le famiglie che si rispettino”. “Il centrodestra – spiega Meloni – è composto da forze politiche diverse, ognuna con la propria identità ma che sa sempre trovare una sintesi. Condividiamo una visione del mondo, e ci riconosciamo sui valori fondamentali. Questa è la nostra forza, da 30 anni a questa parte. Dopodiché, le maggioranze davvero litigiose hanno il problema di non riuscire a fare nulla. Non mi pare il nostro caso, francamente”.

di: Redazione - 3 Gennaio 2025

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