Le bombe continuano

Gli ospedali di Gaza nel mirino di Israele, l’Onu: “Almeno 136 raid”

Temperature che arrivano a -10°, mancanza di coperte e vestiti, tende che non riparano dalla pioggia. È così che sono morti Ali, Juma, Sila e tutti gli altri neonati

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

3 Gennaio 2025 alle 19:00

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AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse

Anche il 2025 inizia con altri raid di Israele nella Striscia di Gaza. È salito a 63 il bilancio delle vittime nell’ondata di raid israeliani di oggi a Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad al-Jazeera.

Israele ha condotto pesanti attacchi in tutta la Striscia di Gaza, compresa la cosiddetta “zona umanitaria” di al-Mawasi e il campo profughi di Jabaliya, a nord, che è stato ripetutamente attaccato negli ultimi giorni. Tra le vittime ci sono anche il capo della polizia di Hamas e il suo vice. L’uccisione dei due alti ufficiali delle forze di polizia della Striscia, Mahmoud Salah e Hussam Shahwan, è stata confermata anche dal ministero degli Interni di Gaza. Le autorità della Striscia hanno condannato la loro uccisione affermando che “stavano compiendo il loro dovere umanitario e nazionale nel servire il nostro popolo”. È salito a 7 il numero di neonati morti di freddo a Gaza negli ultimi giorni. È quanto ha detto il Direttore degli ospedali da campo del ministero della Salute all’emittente al-Jazeera. L’uomo sottolinea che non ci sono abbastanza coperte o vestiti caldi per proteggere la moltitudine di sfollati che vive nelle tende, colpiti dalle piogge, oltreché dalle bombe israeliane. Le pessime condizioni meteorologiche e la malnutrizione sono una combinazione pericolosa specie per i neonati, che perdono rapidamente calore.

Si muore per mancanza di cure. È del 31 dicembre l’ultimo rapporto dell’Ufficio per i Diritti umani delle Nazioni Unite che descrive uno schema in cui le forze israeliane hanno colpito, assediato ed evacuato con la forza gli ospedali, portando i pazienti a morire o essere uccisi. L’agenzia ha documentato gli attacchi dal 12 ottobre 2023 alla fine di giugno del 2024, e ha verificato 136 attacchi su almeno 27 ospedali e 12 altre strutture mediche, un numero significativo di vittime tra dottori, infermieri, paramedici e danni significativi, se non la completa distruzione delle infrastrutture civili. “A Gaza si muore di freddo perché – rimarca Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia – è difficile fare arrivare gli aiuti umanitari data la situazione complicata sul terreno. Sono morti assolutamente evitabili che mettono a nudo le condizioni disperate in cui versano le famiglie della Striscia”.

Le temperature notturne scendono fino a 10 gradi sottozero e per chi vive nelle tende e in ripari di fortuna privi di riscaldamento, come la maggior parte dei gazawi sfollati, è dura trascorrere la notte. Quasi impossibile senza coperte e indumenti pesanti. Non basta stringersi gli uni gli altri o rannicchiarsi per avere un minimo di tepore. È così che i piccoli Ali e Jumaa al-Batran sono morti nella loro tenda a Deir al-Balah, campo profughi della Striscia di Gaza dove vivono ammassate un milione di persone. Così sono morti anche Sila e gli altri neonati, tutti tra i 4 e i 21 giorni. Chi può prova ad accendere il fuoco dentro le tende rischiando di incendiare tutto. A Gaza i bambini girano infreddoliti, bagnati e scalzi. Dall’inizio della guerra, sono almeno 15mila i bambini gazawi morti. Una enormità. Un genocidio dell’infanzia.

3 Gennaio 2025

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