Accolto il ricorso

Stop al 41 bis per il figlio di Totò Riina: chi è Giovanni Riina

Per la prima volta la Corte suprema accoglie il ricorso di Giovanni Riina: non è mai stata confermata la sua posizione di vertice dentro Cosa nostra. Fdi e 5Stelle: “Insisteremo per il carcere duro”

Cronaca - di Frank Cimini

31 Dicembre 2024 alle 10:00

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Stop al 41 bis per il figlio di Totò Riina: chi è Giovanni Riina

La Cassazione ha accolto con rinvio il ricorso del figlio di Totò Riina, Giovanni, arrestato nel ’96 e al carcere duro dal 2002, contro la proroga da parte del ministero della Giustizia del 41 bis nel novembre 2023. È la prima volta che la Suprema Corte accoglie il suo ricorso: negli anni di detenzione il regime carcerario è stato sempre rinnovato e confermato ogni biennio, nonostante la sua posizione di vertice all’interno di Cosa nostra non sia mai stata accertata. Adesso i giudici, hanno ritenuto “meramente apparente” la motivazione del tribunale di Sorveglianza di Roma che lo scorso giugno aveva valutato corretto il provvedimento.

Contro questa scelta della Suprema Corte si è scatenata una gazzarra terrificante da parte di esponenti di Fratelli d’Italia e pentastellati. Il figlio del boss resta al 41 bis, in attesa che il tribunale di Sorveglianza decida nuovamente sul caso, scrivendo parole più chiare. Perché lo spirito e la lettera della norma del regolamento penitenziario dicono che il 41 bis va prorogato ogni due anni e che la proroga non può essere automatica. Per la Cassazione, insomma, non vanno bene le parole del Tribunale secondo il quale “pur in assenza di riconoscimento processuale della qualità di capo o promotore della associazione mafiosa, è stata rappresentata una posizione di ‘sovraordinazione’ del Riina rispetto ad altri sodali”.

Inoltre, “l’associazione mafiosa è ancora attiva nel territorio di Corleone e mancano segnali di effettivo ravvedimento, in presenza di condotta carceraria non sempre regolare”. Da ciò la considerazione della “perdurante capacità di Riina di relazionarsi con soggetti esterni”. “Chiederò le carte. La storia criminale di questo uomo non conosce dissociazioni e il solo cognome incute, ancora oggi, paura e una sorta di pericolosa e aberrante fascinazione. Metteremo la Commissione parlamentare antimafia a difesa del 41 bis”, ha scritto la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo.

Sulla decisione è intervenuto Andrea Del Mastro, deputato di Fdi e sottosegretario. “Pur nel rispetto dovuto alla Cassazione, insisteremo nella richiesta di applicazione del regime del carcere duro. La conclamata e attuale pericolosità mafiosa non consente di abbassare la guardia”. Sulla stessa linea è Giovanni Donzelli. “Il 41 bis – sottolinea – è uno strumento fondamentale per smantellare il potere della mafia nella gestione dei traffici criminali sul territorio. Leggeremo le motivazioni, ma finché ci sarà Fdi al governo la lotta alla mafia sarà una priorità assoluta e la difesa del 41 bis resterà un pilastro”.

Del Mastro e Donzelli proprio in tema di 41 bis furono protagonisti del “pasticcio” sul caso Cospito, violando la riservatezza sulle condizioni di detenzione dell’anarchico. Un comportamento quantomeno deontologicamente sbagliato al di là di come finirà il processo penale a carico di Del Mastro davanti al Tribunale di Roma.

31 Dicembre 2024

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