Aveva 89 anni
Chi era Gian Paolo Barbieri, il miglior fotografo di moda al mondo: gli scatti alle star e l’ispirazione dalla grande pittura
Gli esordi nel teatro, le esperienze a Roma e Parigi. Barbieri ha viaggiato molto, è stato premiato molto, ha creato una sua Fondazione. È morto a Milano, dov'era nato, vicino al Duomo
Cultura - di Redazione Web
Gian Paolo Barbieri aveva fotografato Audrey Hepburn e Jerry Hall, Veruschka e Monica Bellucci. Aveva scattato per Vogue e L’Officiel, GQ e Vanity Fair. Aveva collaborato con Valentino e con Armani, con Bulgari e con Chanelle, con Yves Saint Laurent e Vivianne Westwood. È morto a quasi 90 anni, a Milano, il fotografo della moda: uno dei più influenti e conosciuti al mondo nel settore: alcune delle sue opere sono esposte in istituzioni culturali come il Victoria & Albert Museum e la National Portrait Gallery di Londra, il Kunsforum di Vienna, il MAMM di Mosca e il Musée du Quai Branly di Parigi.
A Milano Barbieri ci era nato, nel 1935, a fianco al Duomo. Figlio di una famiglia di grossisti di tessuti, da giovane mosse i suoi primi passi nel teatro come attore, operatore e costumista. Con due amici fondò il gruppo “Il Trio”. Arrivò anche a interpretare una piccola parte non parlata nel film Medea di Luchino Visconti. Si trasferì a Roma e a Parigi, dove fece da assistente fotografo di Tom Kublin, che lavorava per Harper’s Bazar, ma per appena venti giorni, fino all’ictus che uccise Kublin.
- È morto Roberto Cavalli: addio allo stilista fiorentino noto in tutto il mondo
- Eva Duringer, la lettera dell’ex moglie di Roberto Cavalli: “Mi hai insegnato tutto, abbiamo creato uno stile che resterà”
- È morta Jane Birkin, icona del cinema e della moda che fece sognare e scandalizzare
- Elisabetta Franchi non ci sta, la stilista condannata: “Mie frasi travisate, ho denunciato le condizioni del lavoro femminile”
Barbieri aprì il suo primo studio fotografico a Milano nel 1964, soltanto l’inizio di una carriera brillante che lo portò a collaborare con i brand più rinomati della moda come Diana Vreeland, Yves Saint Laurent, Richard Avedon, Valentino, Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Armani, Bulgari, Chanel, Yves Saint Laurent, Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood. Da subito cominciò a collaborare con la rivista Novità che sarebbe diventata Vogue Italia, lavorò anche per Vogue America, Vogue Paris e Vogue Germania.
Barbieri viaggiò anche molto, alla scoperta di culture, gruppi etnici, oggetti, natura: curiosità ed esperienze che finirono in libri fotografici. “Adoro la pittura, ho dipinto diverse cose e lo stile di Gauguin è quello che mi ha sempre appassionato di più – raccontò in un’intervista ad Artribune – ma in fotografia ho cercato di simulare l’effetto della pittura a olio mettendo sull’ottica della vasellina; spesso le scenografie le dipingevo io: costruivo delle vere e proprie ambientazioni che ricordassero qualche dipinto in particolare o lo stile di un pittore che amo”.
La rivista Stern già nel 1968 lo annoverò tra i quattordici migliori fotografi di moda al mondo. Barbieri dal 2016 aveva creato una fondazione per portare avanti la sua eredità artistica. “È un nostro compito lasciare alle generazioni future qualcosa che possa essere utile loro nell’intraprendere questo mestiere, sempre più difficile e complesso”, aveva dichiarato all’ANSA all’apertura. Nel 2018 il premio Lucie Award 2018 come Miglior Fotografo di Moda Internazionale. Alla sua carriera è stato dedicato un docufilm, L’uomo e la bellezza, prodotto da Wanted Cinema.