La fine della serie tv
Better Call Lila: che fine ha fatto? Uno spin-off della saga “L’amica Geniale” di Elena Ferrante
Le ultime puntate della fiction chiudono un'era e, forse, la più grande serie tv italiana mai prodotta. Indagine sul personaggio più misterioso, seducente, inafferrabile e onnipresente. QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Cinema - di Antonio Lamorte
Alla fine del primo libro, e quindi della prima stagione della serie tv, è Lila a dire a Lenù: “Tu sei la mia amica geniale”. E però: è lei che sconvolge la maestra Oliviero, è lei che scrive un romanzo appena bambina, sempre lei che calamita gli sguardi di maschi e femmine come appena entra in una stanza, che attira voglie e manie e gelosie, ancora lei che approccia la tecnologia e si lascia ispirare e diventa imprenditrice di successo. È lei che graffia, accarezza, innesca e si smarca, decolla e plana fino a sollevarsi sulla storia lasciando su Lenù e gli altri personaggi, sul Rione e su Napoli, la sua traccia come un’ombra.
Che fine ha fatto Raffaella Cerullo, la bambina tremenda e sbalorditiva che fin da piccola tutti hanno chiamato Lila? Dov’è finita la sua forza primordiale, la sua scintilla non addomesticabile? Dov’è la bambina interpretata da Ludovica Nasti, la ragazza interpretata da Gaia Girace, la donna interpretata da Irene Maiorino? – tutte attrici in stato di grazia, con una coerenza brillante tra le diverse età. Le ultime puntate della serie tv ispirata alla saga in quattro libri (Edizioni E/O) scritta da Elena Ferrante sono andate ieri sera in onda sulla Rai.
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Hanno chiuso un’esperienza unica all’interno della serialità italiana, iniziata sei anni fa, prodotta da HBO, trasmessa prima negli Stati Uniti, in napoletano e con i sottotitoli, che in Italia. Come i bambini che sparpagliano i giocattoli per terra, e non li rimettono nella cesta, questi ultimi capitoli hanno lasciato per tutte parti nostalgia e mistero, un senso di sospensione legato alla sua protagonista più seducente ed enigmatica, terribile e romantica, altruista e manipolatrice, inafferrabile e onnipresente.
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Dov’è, che fine ha fatto Lila? Lo abbiamo immaginato qui, in un improbabile spin-off che abbiamo intitolato Better Call Lila, con scrittori e giornalisti, ognuno a suo modo ammaliato da una tetralogia che ha segnato questi tempi, premiata anche dal New York Times nella sua classifica sui migliori libri del 21esimo secolo: il primo capitolo della saga è stato giudicato come il più bello in assoluto, nientedimeno. E ok, ma comunque: dov’è andata a finire Lila?
QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU “L’AMICA GENIALE”
“Ma è proprio quello il bello: quando un romanzo si conclude con una grande sospensione, un grande punto interrogativo lasciando tutte le porte aperte ed Elena Ferrante ha lasciato un portone aperto”, dice Pier Luigi Razzano, giornalista e scrittore – il suo ultimo romanzo è La grande Zelda (Marsilio), ispirato alla figura di Zelda Fitzgerald, scrittrice e ballerina, moglie di Francis Scott. “Lila è stato un personaggio misterioso, imprendibile e selvatico dall’inizio alla fine. Sempre costretta: dalla famiglia, dai Solara, dal Rione, ma nonostante ciò sempre libera, oppositiva verso quello che detestava”.
E però nel Rione è rimasta. “Forse ha accettato fatalisticamente questo suo destino fino all’ultimo colpo di coda: cancellare le foto, cancellare ogni traccia, evaporare, rinunciare al mondo e conquistare la sua indipendenza e libertà. Diventa il più grande personaggio perché imprendibile ma presente”. Sì ma: dov’è? “Potrebbe essere a Torino, a New York, ancora a Napoli: potrebbe decidere di fare tutto quello che vuole. Ha uno spazio pieno di possibilità. Ogni volta che ci penso le ipotesi sono tantissime e questa è la grandezza del romanzo e del personaggio. L’amica geniale si conferma il grande romanzo del terzo millennio: tutti i detrattori devono passarsi una mano sulla coscienza e leggerlo per davvero”.
Se partire è un po’ morire, sparire è in qualche modo vivere per davvero insomma, come in una prima volta. Un gesto finale: darsi alla macchia come estremo atto di libertà. “Crescere significa cambiar pelle, strappare via cose e persone, mischiarsi ad altri luoghi. In certi casi far finta di essere un’altra. Se Lenù è quella che se ne va, Lila è da sempre quella che non sa aspettare. E, in ultima istanza, quando si prepara l’ultimo atto dell’umana esistenza, lei ancora una volta sorprende e disturba”, riflette Titti Pentangelo, giornalista, seguita da oltre 28mila follower sulla sua pagina social Spunti di lettura. “Perché, sì, Lila di star dietro le quinte non ha né la tempra né la fibra morale. Prima che la morte venga a prendersela lei fa e disfa come ha sempre fatto. Ecco perché non si fa trovare. Ecco perché va via”.
“Dove? A cercar la figlia? A riunirsi con lei idealmente scomparendo dalla faccia della terra? Non è dato saperlo, ma quel che è certo è che non tornerà. A lei una vita fuori dal rione non è mai stata concessa, ma, nella vecchiaia, questa invisibilità vuol dire anche libertà. Quella di scaricarsi di pesi e responsabilità, quella di dire addio alla vita a modo suo. Quando i margini non reggeranno più Lenù sarà ormai lontana e con lei qualsiasi possibilità di salvarsi. Così Lila se ne andrà definitivamente, non in pace, ma rassegnata, certa di aver dato tutto ma sprecato troppo”.
Per Carolina Mautone, giornalista di Coming Soon, Lila “non è scomparsa. La sua assenza, anzi, alla fine diventa fortissima presenza per Elena che decide di scrivere la sua storia. Un atto di ribellione ma anche capriccio infantile, elaborazione del lutto, il tentativo di dare un nome alle cose. La sua risposta alle bambole inviate dall’amica a cui aveva promesso che non avrebbe mai raccontato la loro storia. E invece no. La storia di quella bambina, ragazza e donna divorata dal Rione – dove immaginiamo sia rimasta – diventa eterna. Lila non è andata lontano: rimane tra le pagine del romanzo di Elena, Greco e Ferrante”.
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Per Deborah Divertito “non poteva finire in altro modo. Questo finale con le bambole, come per lasciare una traccia, è quasi thriller. Può far pensare a un continuo o a uno spin-off. Io non lo farei, lo lascerei così. È una storia di donne, di gelosie, con tutti i lati più umani scandagliati da Elena Ferrante con una potenza importante”. Qualcosa di innaturale e innominabile le ha ricordato uno dei personaggi intervistati per il suo ultimo libro, Partenope Plurale (Marotta&Cafiero Editori) scritto con Angelo Orefice.
“La perdita di un figlio sconvolge la vita. In italiano esiste una parola per descrivere la perdita di un genitore o la perdita di un compagno o di una compagna ma non esiste un termine per rappresentare la perdita di un figlio. Perché non è una cosa naturale. Questo evento umanamente non sopportabile è determinante, soprattutto per una mamma, c’è un cordone ombelicale che continua a esistere. Può determinare la fine emotiva di Lila e anche de L’amica geniale”.
Apre a tutt’altro scenario Januaria Piromallo, scrittrice che ha appena pubblicato Napoli, ti odio (Guida Editore) che si proclama grande fan di Elena Ferrante e che la serie tv l’ha seguita con veri e propri gruppi di visione, tutti insieme davanti al televisore a ogni nuova puntata. “Le ultime quattro mancavano di questa coralità della narrazione della Ferrante, tutto molto incentrato sulle due protagoniste, ma comunque anche la serie mi è piaciuta molto”. E Lila? Piromallo non ha dubbi: Ferrante sicuramente ha scritto, sicuramente pubblicherà, un quinto capitolo della saga dedicato interamente a Lila. “La domanda sul destino di Lila resta volutamente sospesa. È sparita la figlia e sparisce anche lei, ovvio che questo sia una preferenziale per La figlia ritrovata”, parafrasando i titoli dei quattro capitoli della saga.
“Lei sparisce per vendetta nei confronti di Lenù, sono tutte domande senza risposta. Perciò sono convinta che uscirà un nuovo capitolo. Scommettiamo?”. Perché no. “Lila in questo momento la immagino in viaggio, è alla ricerca di sé stessa. E chissà se mai si ritroverà, per scavare dentro di sé, nella sua anima. È bellissimo quello che dice: ‘Il male sfonda il pavimento e sbuca dove non te l’aspetti’. Probabilmente il libro è anche già pronto”. In questo senso non c’è alcuna notizia in merito, da parte della casa editrice Edizioni e/o.
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