Il ricorso all'Onu

Cos’è l’ayahuasca: il decotto degli sciamani dell’Amazzonia vietato da Schillaci, proibirla viola il diritto alla scienza

Associazione Coscioni e Science for Democracy si sono rivolte al Comitato diritti economici, sociali e culturali. È la prima volta che un caso del genere viene incardinato

Cronaca - di Marco Perduca

8 Dicembre 2024 alle 13:17

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AP Photo/Eraldo Peres, File
AP Photo/Eraldo Peres, File

All’inizio del 2023 un decreto del Ministro della Salute Orazio Schillaci ha incluso l’ayahuasca, le piante necessarie per prepararla e i loro principi attivi, nella tabella degli stupefacenti il cui uso non medico o scientifico è proibito.

L’ayahuasca è un decotto psicoattivo originario dell’Amazzonia impiegato da secoli dalle popolazioni indigene in cerimonie spirituali e di guarigione. Solitamente viene preparata con la banisteriopsis caapi e la psychotria viridis e contiene dimetiltriptamina (DMT) – un principio attivo che induce visioni e alterazioni dello stato di coscienza – tabellato internazionalmente. Come malamente raccontato la scorsa primavera a proposito della morte di Alex Marangon, l’ayahuasca viene assunta sotto la guida di uno sciamano o conduttore esperto e viene associata a processi di introspezione, guarigione spirituale e connessione con la natura. Negli ultimi anni ha acquisito popolarità anche in Europa e negli USA suscitando interesse per i suoi potenziali benefici terapeutici e l’uso spirituale.

Secondo il Ministro Schillaci la tabellazione era necessaria a causa di due intossicazioni di una decina di anni fa, “probabilmente” riferibili all’ingestione del decotto, e cinque confische nel nord Italia. Per giustificare la decisione sono stati acclusi 12 studi. I ricorsi al TAR del Lazio della Chiesa Italiana ICEFLU, afferente al Santo Daime, sono stati rigettati, così come l’appello al Consiglio di Stato. A fine novembre l’Associazione Luca Coscioni, grazie a Science for Democracy, ha promosso un ricorso al Comitato Onu sui Diritti Economici, Sociali e Culturali contro la tabellazione di Schillaci. La vittima ha la cittadinanza italiana e in passato ha avuto accesso all’ayahuasca. La comunicazione alle Nazioni unite accusa l’Italia di aver violato il “diritto a partecipare alle attività culturali” e quello a “politiche basate sulla scienza” nonché l’obbligo di “permettere la partecipazione del pubblico a decisioni scientifiche” rintracciabili all’articolo 15 del Patto internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali – il cosiddetto “diritto alla scienza”-.

Il ricorso evidenzia l’assenza di evidenze scientifiche (talmente ignorata la sterminata letteratura scientifica non critica dell’ayahuasca) e la mancata partecipazione della società civile e/o di portatori di interessi alla decisione. La comunicazione è stata predisposta dai Professori Cesare Romano, della Loyola Law School di Los Angeles, segretario di Science for Democracy e Andrea Boggio della Bryant University del Rhode Island. È la prima volta che un caso relativo a sostanze psicoattive viene incardinato all’Onu in virtù del diritto a beneficiare del progresso scientifico e delle sue applicazioni aprendo interessanti prospettive giurisprudenziali e politiche con possibili più ampie implicazioni. Per approfondire al canale YouTube di Illuminismo Psichedelico si trova il webinar Ayahuasca, la storia continua… all’Onu promosso dall’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy.

8 Dicembre 2024

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