Il tentativo autoritario
Chi è Yoon Suk-yeol: il presidente della Corea del Sud che ha proclamato la legge marziale, rischia l’impeachment
È durato meno di sei ore il colpo di mano del Presidente. L'impeachment dovrebbe passare per Parlamento e Corte Costituzionale. Paese sconvolto, ha reagito alla mossa clamorosa
Esteri - di Redazione Web
Colpo di mano che potrebbe costare carissimo a Yoon Suk-yeol, il Presidente della Corea del Sud che ieri, a sorpresa, ha dichiarato la legge marziale sconvolgendo il Paese. Sia l’opposizione che la gente scesa in piazza adesso chiede l’impeachment, la messa in stato di accusa, per rimuoverlo dal suo incarico. Oltre alle condanne dal suo stesso partito, sono arrivate intanto le dimissioni di alcuni membri di spicco del governo guidato dal Presidente.
Era la prima volta che a Seul veniva dichiarata la legge marziale dalla fine degli anni ’80, ovvero da quando il Paese è tornato a un assetto democratico. Yoon ha annunciato la revoca dopo poche ore dall’annuncio. Il colpo di mano è durato meno di sei ore, un tentativo disastroso sotto tutti i punti di vista, le cui ragioni restano irrisolte. Non è escluso che il Presidente si dimetterà prima della richiesta di impeachment.
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Per l’impeachment il Presidente del Parlamento dovrà programmare una seduta per discutere la mozione entro 72 ore. Il procedimento si può avviare con i voti di più di due terzi del parlamento composto da 300 membri. L’impeachment è una possibilità seria considerato che anche il partito del presidente lo ha abbandonato dopo la sua mossa clamorosa: alcuni membri hanno detto non esser stati informati delle sue intenzioni. Il via libera del parlamento arriverebbe alla Corte Costituzionale.
Chi è Yoon Suk-yeol: il presidente della Corea del Sud che ha proclamato la legge marziale
Yoon Suk-yeol ha 63 anni ed è Presidente della Corea del Sud dal maggio del 2022. Si candidò da indipendente nel giugno 2021, a tre mesi dalle sue dimissioni da procuratore generale, compito che aveva ricoperto tra il 2019 e il 2021, durante i mandati del presidente Moon Jae-In, a causa di alcune indagini per presunti abusi di potere e interferenze in casi in cui erano coinvolti suoi familiari e collaboratori.
Il suo governo è stato caratterizzato da scandali e polemiche. Il Partito Popolare inoltre non ha mai avuto la maggioranza parlamentare ed è andato male alle elezioni dello scorso aprile quando le opposizioni hanno conquistato una larga maggioranza in parlamento. Yoon si è distinto anche per il suo atteggiamento molto duro contro i media, ha fatto ricorso a cause legali e altri strumenti giudiziari per accusare giornalisti e redazioni di mettere in giro “fake news” sul suo conto e sul suo governo.
Da procuratore contribuì a fare arrestare tra gli altri il capo di Samsung Lee Jae-yong e l’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye, deposta con un voto di impeachment nel 2017 – l’ultimo nella storia della Corea del Sud. A fine 2020 era stato sospeso dalle sue funzioni. Si presentò alle elezioni con il Partito del Potere Popolare, conservatore, e vinse con stretto margine.
Quando annunciò la sua candidatura era considerato poco più che un neofita in politica, inesperto e senza un vero e proprio programma di governo. In campagna elettorale si era espresso in termini piuttosto duri contro la Corea del Nord e contro i movimenti femministi. Si espresse in termini molto discussi a proposito dell’ex generale e dittatore sudcoreano Chun Doo-hwan: secondo lui “aveva governato bene, tranne che per il colpo di stato”.
Cos’è successo in Corea del Sud
Poco dopo le otto e mezzo si eri sera, ora locale, il Presidente si era presentato alla televisione nazionale e aveva annunciato: “Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato … dichiaro con la presente la legge marziale di emergenza”. Un annuncio a sorpresa, arrivato mentre in Parlamento maggioranza e opposizione litigano sulla legge di bilancio. Troppo poco per aspettarsi una mossa così clamorosa.
In pochi minuti il Paese era sembrato ripiombare nelle atmosfere autoritarie degli anni ’80. Soldati per le strade di Seul, elicotteri, Parlamento circondato, sospese le attività dei parlamentari. La folla chiede l’impeachment, anche lo stesso Partito Popolare prende le distanze dal presidente. I deputati di maggioranza e opposizione hanno approvato la revoca della legge marziale all’unanimità, come prevede la Costituzione.