Il caso a Poggioreale

La strage delle carceri: 81 suicidi dall’inizio dell’anno

Si tratta del quarto suicidio nell’istituto napoletano nel 2024, l’undicesimo in tutta la regione. Il numero totale di suicidi nelle prigioni italiane dall’inizio dell’anno ha raggiunto quota 81.

Cronaca - di Redazione Web

22 Novembre 2024 alle 18:00

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Foto Fabio Sasso/LaPresse
Foto Fabio Sasso/LaPresse

Un detenuto si è tolto la vita giovedì notte nel carcere di Poggioreale, aveva 28 anni ed era originario della provincia di Napoli. A darne notizia è il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello. Da quanto si apprende il giovane si è impiccato. Si tratta del quarto suicidio nell’istituto napoletano nel 2024, l’undicesimo in tutta la regione. Il numero totale di suicidi nelle prigioni italiane dall’inizio dell’anno ha raggiunto quota 81.

“Il sistema penitenziario è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”, ha commentato Ciambriello. “Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”, fa sapere il garante.

“In carcere non si respira”, commenta il presidente di Antigone Patrizio Gonnella.Non respirano le 81 persone che si sono tolte la vita da inizio anno (il secondo numero più alto di sempre dopo le 85 del 2022, ma a fine anno manca ancora più di un mese), molte di loro togliendosi l’aria impiccandosi. Non respirano 223 persone detenute morte (numero che comprende i suicidi) sempre nel 2024, già il numero più alto di sempre. Non respirano le persone detenute vive. Sono oltre 62.000 (per 47.000 posti disponibili), numeri che non si registravano più dal 2013, cioè dai tempi della condanna della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per i trattamenti inumani e degradanti generalizzati registrati nelle carceri italiane. In carcere non si respira, ma dal governo arrivano solo politiche che come effetto avranno il continuare a stipare persone in posti che già non esistono, peggiorando le condizioni di vita interne e scaricando su operatori ormai allo stremo ogni conseguenza. Cancellando di fatto ogni possibilità di reintegrazione sociale di costituzionale affermazione e costruendo insicurezza nelle città nell’impossibilità di combattere la recidiva. Ora come non mai, invece, serve far respirare le persone detenute: approvando riforme urgenti per alleggerire il peso che grava sulle carceri; assumendo personale; abolendo l’isolamento, dove avvengono molti suicidi e anche molto episodi di violenza e tortura; ritirando il ddl sicurezza e cancellando la pericolosa deriva penal-populistica intrapresa”, conclude Gonnella.

22 Novembre 2024

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