La stella dell'NBA
Perché LeBron James ha abbandonato i social, l’addio a Instagram, Fb e X: la vittoria di Trump e i party di Puff Daddy
159 milioni di follower su Instagram, 27 milioni su Facebook, 52,9 su X. "Prendetevi cura di voi", ha scritto nell'addio arrivato all'improvviso
News - di Redazione Web
Addio ai social: ma non per Elon Musk, non per la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. O forse no. LeBron James dice addio ai social: lascia 159 milioni di follower su Instagram, 27 milioni su Facebook, 52,9 su X. Troppo odio, troppa negatività. “Prendetevi cura di voi”, ha scritto nel post arrivato a sorpresa, all’improvviso. Niente a che fare con l’addio a X, ex Twitter, di proprietà di Elon Musk, in polemica con la campagna esplicita dell’imprenditore di SpaceX, Tesla e Starship a favore di Trump. Non un addio definitivo comunque, o almeno così ha fatto capire la stella del basket.
James è il miglior marcatore di tutti i tempi della NBA, è alla sua 22esima stagione, un record che condivide con Vince Carter. Quest’anno ha esaudito il sogno di giocare con suo figlio, James Junior, detto Bronnie, che ha 19 anni, con la canotta dei Los Angeles Lakers. LeBron James è considerato uno dei cestisti più forti della storia. Ha vinto l’anello per quattro volte, è l’unico giocatore ad aver segnato oltre 40mila punti nella storia della competizione. James ha prima condiviso un tweet di Rich Kleiman, suo storico socio nell’agenzia Klutch Sports, postato lo scorso ottobre.
- LeBron James in campo con il figlio nei Los Angeles Lakers, è la prima volta in NBA: chi è Bronny
- Guardian lascia il social X, l’addio all’ex Twitter di Elon Musk: “Piattaforma tossica, chiudiamo i profili”
- Chi è Victor Wembanyama, il “talento generazionale” del basket prima scelta al Draft Nba: 221 centimetri a disposizione dei San Antonio Spurs
- Michael Jordan, all’asta la maglia della storica partita di Trieste: si parte da 420mila dollari
“Con così tanto odio e negatività nel mondo di oggi, mi confonde il motivo per cui alcuni media sportivi nazionali pensano ancora che il modo migliore per coprire lo sport sia attraverso opinioni negative. Possiamo tutti riconoscere che lo sport è l’ultima parte della società che unisce universalmente le persone. Allora perché la copertura mediatica non può fare lo stesso? È solo un’esca per clic quando lo dici tu. Quando la piattaforma è così grande, puoi apportare il cambiamento e permetterci tutti di sfuggire alla negatività della vita reale. Personalmente, trovo che sia tutto uno spreco di fiato. Le Olimpiadi e lo spettacolo di JJ e Bron erano il futuro di ciò che tutto questo può e dovrebbe essere”.
James aveva condiviso quel post con un esplicativo “AMEN”. Subito dopo ha pubblicato lui un post, con l’annuncio: “E detto questo, vi saluto. Lascio i social per il momento, prendetevi cura di voi”. In pochissimi minuti il post ha raggiunto milioni di interazioni, tantissime di fan dello sportivo ma anche tantissimi commenti sarcastici, allusivi o sottintesi. In tanti hanno per esempio fatto riferimento ai party di Sean Combs, il rapper conosciuto come Puff Daddy o Diddy, arrestato e accusato di violenze sessuali e sfruttamento sessuale.
Oltre ai nomi di Leonardo Di Caprio, Jennifer Lopez, Naomi Campbell, Will Smith, Rihanna e Kanye West per i cosiddetti “White Party” di Puff Daddy, era comparso anche quello di Lebron James. Sul caso sono emerse e si sono alimentate anche moltissime teorie del complotto, che sono arrivate a ipotizzare un legame tra il rapper e le morti di alcuni personaggi noti. James, e tutti gli altri vip, non sono indagati e nemmeno lontanamente coinvolti, ma il loro nome è stato strumentalizzato in molte occasioni. Alcuni hanno scritto: “X non è un aeroporto, le partenze non vanno annunciate”. Altri ancora hanno ricordato che “Trump Won”, a suggerire che la politica non resta fuori dalla questione – James è un noto sostenitore dei democratici.