Le dichiarazioni del Presidente
Perché Mattarella ha rivelato di aver firmato leggi che non ha condiviso
È un messaggio rivolto a tutti i poteri ma in questo momento a uno, quello esecutivo, quello del governo, più che agli altri. Ed è anche, tra le righe ma in modo chiaro una posizione netta sui rischi inclusi nel premierato modello centrodestra
Politica - di David Romoli
È molto significativo che Sergio Mattarella abbia scelto un incontro con gli studenti per esporsi in uno dei discorsi più importanti e puntuali del suo lunghissimo mandato.
Il presidente torna sul suo ruolo, come aveva già fatto mesi fa: “Il presidente non promulga le leggi se le condivide o meno. Più volte ho promulgato leggi che non condividevo”. Perché il presidente “è arbitro”, spiega, ma non solo. È anche “meccanico”: interviene quando il sistema “si blocca”. Poi affonda la lama nelle polemiche dell’oggi, sia pur sempre a suo modo, con massima attenzione a non esorbitare dal proprio ruolo. “Essere arbitro, spiega, significa ricordare a tutti i limiti delle sfere in cui operano: legislativo, esecutivo, giudiziario. Ciascuno deve sapere che ha dei limiti da rispettare”. Non possono esserci “fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro” ed è importante, fondamentale “che nessuno abbia troppo potere: il contenimento nei propri limiti è fondamentale”.
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È un messaggio rivolto a tutti i poteri ma in questo momento a uno, quello esecutivo, quello del governo, più che agli altri. Ed è anche, tra le righe ma in modo chiaro una posizione netta sui rischi inclusi nel premierato modello centrodestra: se c’è un sistema in cui troppo potere si concentrerebbe nelle mani di un solo “fortilizio” è senza dubbio quello.