Il decreto e il caso Albania
Il Governo Meloni è eversivo, così sta invadendo il campo della giustizia
Le parti si sono già rovesciate nel momento in cui è la politica - la destra - a chiedere che alcune migliaia di persone vengano arrestate o espulse, mentre la magistratura frena questa azione repressiva.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Il confine tra il potere e le competenze della magistratura e il potere e le competenze della politica è piuttosto chiaro. Non c’è bisogno di aver studiato diritto per vederlo. Dovrebbe riuscirci anche il ministro Nordio. La politica fa le leggi e i decreti (dovrebbe fare più disegni di legge e meno decreti, ma purtroppo non è così) la magistratura applica le leggi, indaga e fa le sentenze.
Purtroppo, specialmente negli ultimi 30 anni, la magistratura spesso ha esondato. Cioè si è immischiata nella politica e talvolta ha tentato anche di condizionarla e guidarla. Usando in forma smodata le proprie competenze, usando in quantità esagerata le misure cautelari e in particolare il carcere, anche per costringere i politici a dimettersi, e non di rado anche pretendendo di decidere come fare le leggi e se permettere o no alcune riforme. Per la verità usare il termine “magistratura” in questo caso è sbagliato. Di solito sono le Procure (con l’aiuto dei Gip) ad invadere il campo.
Ora vedo che la politica si sta lamentando perché ritiene che la magistratura di nuovo invada il campo impedendo alle autorità che dipendono dal governo di togliere la libertà a gruppi di naufraghi. Anche qui non serve aver studiato molto diritto per capire che stavolta ad invadere il campo è la politica. In modo clamoroso. Mentre la magistratura si limita a svolgere con scrupolo – per una volta garantista – il proprio dovere. Sono costretto a trascrivere per l’ennesima volta l’articolo 13 della Costituzione, che probabilmente è quasi sconosciuto a Palazzo Chigi e dintorni. Dice così: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto”.
Non mi pare che ci sia bisogno di chiamare a raccolta i professori e chiedergli di interpretare questo testo, perché chi ha scritto quell’articolo, nel 1947, è stato chiarissimo. Spetta all’autorità giudiziaria decidere se si possano o no trattenere delle persone, privandole della libertà. La distinzione tra arresto e trattenimento non esiste. La Costituzione parla di restrizione della libertà personale. Forse volete dirmi che i profughi catturati e internati in Albania non sarebbero colpiti da una misura di restrizione della libertà personale? (Oltretutto, c’è da dire che questi profughi non sono accusati di nessun reato per il quale è prevista la carcerazione preventiva).
Vedete bene: le parti si sono rovesciate. Il Governo invade il campo della giustizia. Compiendo un’azione eversiva. Così come le parti si sono già rovesciate nel momento in cui è la politica – la destra – a chiedere che alcune migliaia di persone vengano arrestate o espulse, mentre la magistratura frena questa azione repressiva. Poi c’è tutto il capitolo delle bugie. In questo numero del giornale l’ammiraglio Vittorio Alessandro dimostra come il ministro Piantedosi abbia mentito sulla strage di Roccella. I naufraghi erano in acque italiane. le autorità italiane dovevano salvarli. Non lo hanno fatto consapevolmente. Ecco, qui è giusto criticare la magistratura. Perché non interviene? Omissione di soccorso? Strage? Qualcosa su cui indagare c’è.