Punto Nave
Patto Italia-Albania, non è solo uno spreco di soldi: inutili sofferenze per i migranti e istituzioni vilipese
Oggi questa destra italiana si distingue in realtà - non solo dalla sinistra, ma anche dalle regole della convivenza - perché incagliata nella provocazione e nello sfoggio di impudenza.
Editoriali - di Ammiraglio Vittorio Alessandro
Il rientro in Italia dei migranti del secondo, inutile viaggio di nave Libra pone serie questioni. Quelle giuridiche le ha affrontate, con visibile fatica, il Tribunale di Roma; i costi materiali sono sotto gli occhi di tutti; mi soffermo dunque sui quelli immateriali – fra tutti, i più difficilmente sanabili.
Riguardano, innanzitutto, la pena che l’ostinazione governativa ha inflitto ai naufraghi, non soltanto a quelli condotti per sfida in Albania, ma a tutti coloro che, tratti dal mare, hanno sopportato trasbordi e selezioni. Coinvolgono la dignità di una nave dello Stato e della stessa Marina militare, implicate in un gioco delle parti che ha sospinto soccorso in mare e protezione dello Stato (quando mai le due missioni erano state in conflitto fra loro?) a lontano ricordo. Attengono alla credibilità delle istituzioni: il governo, ridotto all’accanimento, all’ingiuria e alle bugie; la Magistratura, costretta a difendere lo svolgimento di ordinarie mansioni e a misurarsi con i dossier giornalistici contro i singoli giudici.
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Concernono il veleno che l’improntitudine del potere (i migranti, la piazza offesa di Bologna, la disfida del ponte di Messina, perfino la programmata esecuzione di cinquecento cervi abruzzesi) insinua nella società, con il fine precipuo di inasprirne i conflitti. In un celebre saggio del 1994 Luigi Bobbio tracciò le differenze della destra e della sinistra nella loro diversa considerazione del concetto di uguaglianza (ci tornò tempo dopo Giorgio Gaber, ma era già il tempo del sorriso amaro). Oggi questa destra italiana, così ansiosa di vestire le ali dei suoi più nobili antenati, si distingue in realtà – non solo dalla sinistra, ma anche dalle regole della convivenza – perché incagliata nella provocazione e nello sfoggio di impudenza.