L'ubriacatura dei trumpisti
Come la sinistra può vincere le elezioni: sicuramente non diventando la destra…
L’idea è semplice: se non vinci vuol dire che hai sbagliato tutto. E il tuo avversario ha indovinato tutto. Quindi puoi fare una cosa sola: prendere le posizioni del tuo avversario. Questa è laicità, questa è modernità!
Editoriali - di Piero Sansonetti
Stuoli di maestri e dottori e sapienti si accalcano attorno alla sinistra, soprattutto, qui, alla sinistra italiana, per spiegarle cosa deve fare. La sconfitta di Kamala Harris – dicono – insegna tante cose. E parlano, parlano, parlano. Ognuno dice la sua, illustra la lezione, fa degli schemi, dei disegni, cita Benjamin (se è un po’ colto) o Montanelli, o Flaiano e poi, tutti, arrivano allo stesso punto. La sinistra, se vuole vincere, deve assomigliare il più possibile alla destra. Deve diventare destra. Deve parlare alla pancia del paese, cancellare le élite. Perché deve cancellare le élite? Perché – spiegano – solo se parli alla pancia vinci le elezioni e solo se vinci le elezioni puoi salvare le élite…
Quindi, cosa devi dirle a questa pancia? Devi dirle che caccerai gli immigrati, li deporterai, li metterai in prigione, devi dirle che farai leggi repressive per contenere l’illegalità di basso livello, che metterai all’angolo i giovani, che proibirai le ribellioni, che cancellerai i sindacati, che la smetterai col femminismo, che non ti occuperai mai, mai più di diritti civili e che inizierai a parlare un linguaggio abbastanza scurrile, anche un po’ violento, perché per comunicare bisogna fare così, se non bestemmi non ti capiscono. Trump ha vinto, no? Ha vinto bene? E allora qual è il dubbio? Pancia a terra e ripartire da zero imitando Trump. Che senso ha difendere i migranti irregolari? Se i migranti irregolari non votano, possiamo tranquillamente bastonarli, perderemo davvero pochi consensi. Forse perderemo il consenso del Papa, ma neanche lui vota. Neanche gli immigrati regolari, del resto, votano, e dunque non è il caso di spendere pensieri per loro. C’è un problema di dignità del lavoro? È poco elegante pagare 3 euro l’ora i raccoglitori di pomodori reclutati dai caporali?
Ecco, il solito errore degli elitari, della sinistra ztl: occuparsi dell’eleganza. La politica non è arte, non è estetica, e soprattutto non è etica (a meno che un po’ di etica e di moralismo non possano servire a raccogliere un po’ di voti di perbenisti) e sicuramente, nell’elettore-massa, non esiste nessuno che si preoccupa degli stipendi dei negri. Lo sappiamo tutti che non è una cosa edificante sfruttare gli immigrati fino allo stremo, e infatti ci indigniamo un po’ – giustamente – se qualche proprietario terriero, dopo avere spremuto come un limone un suo dipendente indiano, e dopo avere visto che è rimasto vittima di un incidente sul lavoro e ha perso un braccio, prende il dipendente e prende anche il suo braccio e li deposita alla porta della capanna dove il dipendente abita perché possa agonizzare e morire a casa sua. Però non è che possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Quel proprietario ha sbagliato, è vero, pagherà. Ma non è che possiamo dare ai raccoglitori di pomodori paghe lussuose. Poi il prezzo del pomodoro a quanto va? Vogliamo trovare sul bancone del mercato i pomodori a 10 euro al chilo? Ecco qua – ci dicono i professori – sono queste le battaglie della sinistra ztl. La sinistra dei signorini che non vogliono sporcarsi le mani. E il risultato si vede: il popolo va al mercato e trova i prezzi raddoppiati. Poi vorresti anche che ti desse il voto?
Non te lo dà il voto. Il voto lo dà alla destra, che è laica, riformista, spregiudicata, pragmatica, veloce, e non fa pagare le tasse. No, no, no, non parlatemi della solita storia degli omosessuali, per favore. Quanti saranno questi omosessuali? Sono una minoranza. Hanno ragione Vannacci e Rizzo: ai maschi veri piacciono le donne, la gnocca, o no? E alle donne cosa piace? Ma chissenefrega, le donne voteranno per chi gli dice il marito! Per fare politica e per rispettare le vecchie tradizioni di massa della sinistra storica, le minoranze non servono. Bisogna conquistare la maggioranza. Non è difficile da capire. Non serve aver letto Gramsci. Anzi, vi dico la verità? Smettetela con Gramsci, leggete Sechi, e Io sono Giorgia se volete capire davvero la politica. Piantatela con quella storia di Frattocchie e Istituti Sturzo o circolo Turati. Chiedete piuttosto, umilmente, di essere invitati ad Atreju. Volete mettere il signor Atreju con Sturzo, o Matteotti, o Labriola?
Ecco qui: la lezione di Trump finalmente viene sciorinata. Dalla destra compatta – da Sallusti a Travaglio… – e anche da parecchi maestri di sinistra. E dietro questa lezione c’è la forza dei fatti. È vero o no che Trump ha vinto e Kamala ha perso? E allora c’è ancora da discutere? Io ascolto, ascolto, prendo nota. Quelli sono maestri. Sanno. Mi restano solo pochissimi dubbi. Il primo è questo: ma le elezioni, specie quelle con sistema bipartitico, non sono concepite in modo che uno vince e uno perde? O ho capito male, e se per caso i due contendenti sono tutti e due di destra vincono tutti e due? Ricordavo che, negli ultimi anni, persero le elezioni presidenziali personaggi mica tanto male come Hillary Clinton, George Bush, John McCain, Hubert Humphrey, Richard Nixon, e anche Donald Trump. Ricordo male? Erano tutti ztl? Siamo sicuri che se un candidato perde le elezioni vuol dire che bisogna rifondare la sinistra e spostarla ben bene a destra? Il secondo dubbio è sul senso della politica. Mi pare di aver capito che lo stuolo di reverendi maestri mi sta spiegando che la politica è una cosa facile facile e semplice: “è” le elezioni. Chi le vince prende tutto, chi le perde è fuori. Il resto è zero.
Avevo un’idea diversa. Forse perché mi ricordo del mio vecchio partito, che non ha mai governato, o del partito di Pannella, all’opposizione per dna, o dei grandi movimenti che hanno scosso e cambiato l’Italia (il sessantotto dei giovani, il 69 operaio, il movimento femminista, il movimento pacifista…) forse per questo mi ero messo in testa l’idea, ottocentesca, che la politica fosse qualcosa di molto diverso: un sistema di idee, di valori, di concetti, sui quali ragionare, pensare e lottare. Avevo capito che molto spesso le riforme vengono dall’opposizione (quasi tutte le grandi riforme in Italia vengono da due propulsori: quello comunista e quello radicale). Avevo immaginato che la politica è attenzione per le minoranze. E anelito al cambiamento dei costumi. Ed egemonia culturale. Evidentemente mi sbagliavo. Il vero politico è quello che stupra una ragazza e poi riesce a diventare presidente degli Stati Uniti d’America. Prendiamo esempio, ragazzi, non facciamo i burocrati!