Io sono ancora qua
Balotelli: play it again SuperMario, la clamorosa Last Dance al Genoa per smontare la Serie A
Dall'Inter al Milan, da Manchester a Liverpool, la Francia e la Turchia. Undici squadre in quindici anni e la nomea di chi ha sprecato più di un'occasione. Il ritorno in campo contro il Parma
News - di Antonio Lamorte
Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
A certi livelli il treno passa una sola volta, anzi no: non è così se hai un talento smisurato, una personalità che ti fa conoscere non soltanto all’appassionato fanatico tifoso ma anche alla signora cui del pallone non gliene frega niente anzi “che scandalo, quanto vengono pagati!”: succede se sei un personaggio e non soltanto uno sportivo di alto livello. Bisognerà capire in effetti a che livello atletico è Mario Balotelli, quello conosciuto come SuperMario, perché pare che nel contratto il Genoa abbia inserito una clausola che permetterebbe alla società di rescindere anche a gennaio.
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Il punto è che il Grifone era senza attaccanti. Cadevano uno dopo l’altro Ekuban, Vitinha, Messias, Malinovsky e Ankeye. Restavano soltanto Andrea Pinamonti e Jeff Ekhator con Morten Thorsby spesso adattato a seconda punta. E lui che si allenava da solo, in un campetto vicino Brescia: calciava e postava e in un’intervista a DAZN si diceva pienamente e seriamente ristabilito dagli infortuni e nel temperamento grazie a un percorso di psicoterapia. E con la stessa nonchalance con la quale vantava di avere le stesse qualità di Messi e Cristiano Ronaldo, sui social rispondeva: “Questa Serie A io la smonto”. Ok, se lo dici tu, SuperMario.
Sono durate una ventina di giorni le trattative. L’allenatore Alberto Gilardino, già compagno di squadra di Balotello, lo ha voluto fortemente così come Alberto Zangrillo, il presidente primario e già medico di Silvio Berlusconi diventato famoso con l’emergenza covid-19. Contratto fino a giugno 2025: si parla di circa 300mila euro netti più bonus e clausole. Ieri contro il Parma il ritorno in Serie A, l’ultima volta era stata nella stagione 2019/2020 con la maglia del Brescia, sconfitta per 3 a 0 contro il Sassuolo. È entrato in campo all’86esimo: in tutto nove minuti, tre tocchi di palla, un passaggio riuscito e un cartellino giallo per un intervento irruento, senza senso, irresponsabile al limite della propria area di rigore sull’1 a 0 di Pinamonti.
Al momento il Genoa ha 9 punti, uno in più delle ultime tre della classe: Monza, Venezia e Lecce. L’obiettivo salvezza è durissimo. Dovrà mettersi al servizio della squadra Mario Balotelli: sembra assurdo ma a 34 anni dovrà essere lui quello esperto, che sa gestire, che sa come si fa in virtù di 210 reti segnate in 495 presenze da professionista in squadre di club. È apparso muscoloso, ingrossato fisicamente. Chissà quante volte riuscirà a esplodere il suo destro violento. Arcano da 9 milioni al Fantacalcio, la sua Last Dance in Serie A stuzzica e incuriosisce: cosa sarà capace di fare il bad boy, come potrà incidere? O sarà ancora “why always me?”, il ragazzaccio che divide et impera, seduce e delude i tifosi come Parthenope di Paolo Sorrentino al box office.
Dall’Inter al Milan, da Manchester a Liverpool, la Francia e la Turchia. Undici squadre in quindici anni e la nomea di chi ha sprecato più di un’occasione. E la faccia di chi non gli importa poi granché: chissà se è vero. Non è da tutti avere un’altra chance, non è per tutti avere un’ultima chance. Play it again SuperMario.
La classifica di Serie A all’11esima giornata di campionato
Spazzolata clamorosa allo Stadio Diego Armando Maradona: l’Atalanta di Gasperini pasteggia a ora di pranzo senza complimenti e patemi sul Napoli capolista di Antonio Conte. 3 a 0. È ufficiale: c’è un’altra pretendente allo Scudetto, la sempre bistrattata Dea. Vincono sia la Juventus che il Milan con Udinese e Monza. 2 a 1 della Lazio al Cagliari. Anche l’Inter ha la meglio sul Venezia ma di misura e con brivido finale: pareggio annullato all’ultimo. Polemiche. Trema di nuovo la panchina della Roma dopo la sconfitta per 3 a 2 a Verona. Domenica sera altro big match, altro turning point: Inter-Napoli a Milano.