Il doppio voto
Moldavia, vince per un soffio il “sì” al referendum sull’Unione Europea: la presidente pro-Ue Sandu al ballottaggio
Una scommessa vinta per un soffio, l’altra rinviata ad un ballottaggio carico di tensione. È la domenica complicata vissuta da Maia Sandu, presidente uscente della Moldavia, piccolo Paese dell’Est Europa stretto tra Ucraina e Romania, e che vive una situazione interna complicata dalla presenza di una importante fetta di popolazione filo-russa, compresa la regione separatista della Transnistria.
Il doppio voto di domenica, da una parte il primo turno delle presidenziali e dall’altro il referendum sull’integrazione del paese nell’Unione Europea, ha visto un risultato in chiaroscuro per Sandu.
I risultati delle presidenziali in Moldavia
La presidente andrà al ballottaggio il 3 novembre: la leader del fronte liberale ed europeista ha ottenuto il 42 per cento dei consensi, contro il 26% raggiunto dal suo principale avversario, l’ex magistrato anticorruzione Aleksandr Stoianoglo, candidato dei socialisti filo-russi. Al secondo turno del 3 novembre Stoianoglo potrebbe avere l’appoggio di altre liste pro-Putin, complicando la corsa di Sandu.
Un risultato inaspettato, visto che i sondaggi della vigilia davano la presidente uscente in largo vantaggio prospettando una vittoria al primo turno.
Il referendum sull’Europa
È stata invece vittoria, ma per qualche migliaio di voti e con la chiara possibilità di ricorsi, nel referendum per iscrivere l’adesione all’Unione europea come obiettivo nella Costituzione moldava. Decisivo il contributo della “diaspora moldava” all’estero: circa il 77% favorevoli, su 220mila voti.
Un risultato sorprendente: secondo tutti i sondaggi nel Paese è forte il sostegno sull’ingresso nell’Ue, col fronte del “sì” sicuro di una vittoria col 55-60% dei voti. L’ingresso nell’Ue è visto come occasione per una maggiore prosperità economica: la Moldavia è infatti uno dei Paesi più poveri d’Europa.
Un obiettivo fondamentale per Sandu, che dopo l’invasione russa dell’Ucraina ha provato a strappare il suo Paese dalla sfera di influenza russa.
La guerra dei brogli
Non a caso la presidente in un discorso tenuto a urne chiuse ha parlato di “attacco senza precedenti” contro “libertà e democrazia” compiuto da “forze straniere”, un chiaro riferimento alla Russia, che avrebbero “comprato” migliaia di voti per influenzare le elezioni nel Paese.
Accuse a cui ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che le ha chiesto di “fornire le prove” delle presunte interferenze. “Queste sono accuse molto serie e all’opinione pubblica devono essere mostrate prove”, ha detto Peskov, citato dall’agenzia Tass.
A sua volta il Cremlino ha denunciato “anomalie” nel conteggio dei voti nel referendum sull’Ue in Moldavia. “Gli indicatori che vediamo, che stiamo monitorando, e le dinamiche dei loro cambiamenti sollevano molte domande”, ha affermato Peskov.