Punto Nave
Il razzismo di destra è contro i poveri e chi non ha nulla
Quella della destra è una intolleranza stracciona e d’accatto ma, non per questo, meno pericolosa: il razzismo più o meno dichiarato, del resto, così è sempre stato.
Politica - di Ammiraglio Vittorio Alessandro
Di razzisti che hanno finalmente potuto dichiararsi tali (pur dissimulando l’etichetta scomoda) il mondo è ormai pieno e, come sempre, il nostro paese si distingue, prima e meglio degli altri, nell’organizzare l’intolleranza in dottrina.
Questa inclinazione non è però assoluta: i sovranisti nulla eccepiscono, infatti, circa razza, provenienza, religione, colore della pelle – e neanche per le più disinibite scelte riguardo a famiglia, genere ed alta corruzione preferita – quando lo straniero abbia in tasca una buona carta di credito. Mai Trump, Salvini, Erdogan, Orbán e satelliti ostacolerebbero il miscredente, il nero, il padre di figli surrogati, l’africano, anche se ricchi e realizzati. Al trumpiano Elon Musk, per esempio – che, quanto ai suddetti requisiti, difetta soltanto della pelle nera, la diva Meloni concede seducenti battiti di ciglia e implorazioni perché venga a colonizzarci. Quanto alle invasioni, poi, a nessuno importa da dove vengano e in quale messia credano i turisti che occupano e sfigurano Venezia, Firenze, le Cinque Terre e tutta l’Italia degli affittacamere.
La destra sbatte invece le porte a chi non ha nulla, se non affetti e la propria storia, additandone alla paura collettiva la pelle, la religione e la cultura diverse (in realtà, ne teme soprattutto la forza, la giovinezza, la prolificità, il testosterone). Quella della destra è, insomma, una intolleranza stracciona e d’accatto ma, non per questo, meno pericolosa: il razzismo più o meno dichiarato, del resto, così è sempre stato.