Il delitto in Puglia
Avretrana, la confessione di Michele Misseri: “Prima di uccidere Sarah Scazzi l’ho molestata, mai vista vestita così”
La rivelazione a La Stampa del movente del delitto della nipote. "Aveva dei calzoncini rosa corti, troppo aderenti". La figlia e la moglie condannate all'ergastolo, non rispondono alle sue lettere. In uscita la serie tv ispirata a quei fatti: "Tutto un mangia mangia"
Cronaca - di Redazione Web
Michele Misseri ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa in cui racconta di aver molestato la nipote Sarah Scazzi e di averla uccisa. È tornato libero, lavora in campagna nella sua villetta di Avetrana. Si dice colpevole: l’intervista è rilevante perché in un caso su cui restano alcuni dubbi sulla condanna, per la prima volta viene rivelato il movente dell’omicidio. “Nessuno mi vuole credere e così due innocenti stanno in carcere mentre io sono libero”. La moglie e la figlia, Sabrina Misseri e Cosima, condannate all’ergastolo, non rispondono alle sue lettere. Misseri ha detto di non esser stato contattato da nessuno, di non sapere niente della serie tv che dal 25 ottobre uscirà su Disney+ ispirata al delitto di Avetrana, Qui non è Hollywood.
“Penso che è tutto un mangia mangia, tutto per fare soldi, non per trovare la verità su Sarah”. Misseri da poco è tornato libero, è stato scarcerato. Era stato condannato per soppressione e occultamento di cadavere. Si dice però l’unico colpevole del delitto. Il caso è stato uno dei più mediatici che la cronaca nera italiana abbia conosciuto. Il movente in molti casi indicato da Sabrina Misseri emerge per la prima volta in questa intervista. “Se fossero colpevoli loro, io non mi prendevo nessuna colpa”.
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La confessione di Michele Misseri
“Quando stavo sotto il garage, a riparare un trattore che non partiva, il portone era aperto perché dovevo andare in campagne. E viene Sarah. Io non l’ho vista, è arrivata da dietro, ha detto: ‘Zio perché stai bestemmiando’. Poi quando mi sono girato l’ho vista vestita diversamente da com’era dal solito. Aveva dei calzoncini rosa corti, troppo aderenti”. Un ricorso della difesa riportava delle unghiature sulle braccia di Misseri, repertate dal medico legale, come se avesse avuto una colluttazione con Sarah.
“L’ho presa di spalle, l’ho sollevata, mi ha dato un calcio all’indietro nelle parti intime, mi è salito un dolore da sotto fino a sopra, alla testa. Non ci ho visto più. C’era un pezzo di corda sul parafango del trattore, solo che non ricordo i giri che ho fatto al collo”. A quel punto ha detto di non ricordare più niente fino a quando non è squillato il cellulare. “Sarah ce l’aveva in mano, cade per terra. Mi sono svegliato, ho mollato e Sarah è caduta dall’altra parte”. Ha ricordato come una volta, qualche tempo prima, avesse dato una pacca sul fondoschiena alla nipote, Scazzi l’aveva minacciato di raccontare tutto a Sabrina e lui in cambio le aveva anche dato cinque euro.
I dubbi sul delitto di Avetrana
Diversi i dubbi sulla sentenza del delitto di Avetrana. A partire dalle prime versioni ritrattate dallo stesso Misseri fino al sogno di un fioraio che avrebbe avuto un ruolo importante nelle condanne. Misseri in fase processuale non aveva spiegato il movente dell’omicidio. “Mi vergognavo di me stesso. Poi mi hanno detto di non dirlo più e non l’ho detto più. Quando ho accusato Sabrina stavo sotto farmaci, se guardate quel video si vede che non ero io”. Sabrina Misseri continua a dirsi innocente, da 14 anni non ha avuto mai ancora nessun permesso. È diventata assistente socio sanitario e sta frequentando l’Università, il Dams di Bari.
A La Stampa ha parlato anche Valentina Misseri, altra figlia di Michele, che il giorno del delitto era a Roma e non ad Avetrana. Se non fosse stato così, è sicura, anche lei sarebbe stata arrestata e condannata. “Hanno costruito una storia in cui le donne di casa erano le cattive e l’uomo un buon padre di famiglia soggiogato. La sceneggiatura perfetta per un film. Non lo vedrò perché sto già male così da anni e non voglio cercarmi altra sofferenza”, ha dichiarato. “Mio padre è furbo e non è mai stato soggiogato. Io non difenderei mai mia sorella e mia madre se fossi convinta della loro colpevolezza. Non le avrei abbandonate come non ho abbandonato mio padre nonostante lo ritenga colpevole della morte di mia cugina e non riesca a perdonarlo per questo. Non avrei nessun motivo di dare la colpa a lui per salvare mia sorella e mia madre”.