Punto Nave
Perché è stata fermata la Mare Jonio, a bordo mancava un megafono: ispezione o spedizione punitiva?
L’ispezione (accuratissima) non è stata svolta dalla Capitaneria del porto di approdo, come di norma accade, ma da un team appositamente giunto da Roma per verificare l’idoneità di quella nave a svolgere i soccorsi.
Cronaca - di Ammiraglio Vittorio Alessandro
Mancava il megafono. La nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans è stata sottoposta, nel porto di Trapani, a una “visita occasionale” durata più di dieci ore. Tali ispezioni non periodiche sono dovute “ogni volta che si verifichi un sinistro o si manifesti un difetto che comprometta la sicurezza della nave o l’efficienza o l’integrità dei mezzi di salvataggio o di altri apparati, ed ogni qualvolta la nave subisca riparazioni o innovazioni importanti”, dice l’articolo 27 del regolamento di sicurezza citato nello stesso verbale di visita.
La Mare Jonio, però, non ricade in nessuna di queste ipotesi e l’ispezione (accuratissima) non è stata svolta dalla Capitaneria del porto di approdo, come di norma accade, ma da un team appositamente giunto da Roma per verificare l’idoneità di quella nave a svolgere i soccorsi. È stato un po’ come sezionare un’ambulanza per dimostrarne l’inadeguatezza al trasporto dei pazienti, o aver investito il soccorso alpino di un minuzioso controllo a sorpresa. Al termine della visita, la Mare Jonio è stata fermata: manca, infatti, a bordo un megafono non elettrico e qualche altra quisquilia. Con l’occasione, gli ispettori hanno intimato lo scarico a terra dei materiali di primo soccorso: inaudita eccezione alla libertà di trasportare qualunque carico lecito.
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A fronte di tanta efficienza nei confronti di una nave italiana dedita al soccorso, inquieta la notizia (rintracciabile ora, mi pare, soltanto negli archivi della Rai) di una diversa ispezione, questa volta ampiamente annunciata. Parlamentari europei si sono infatti recati, due giorni fa, presso l’hotspot di Lampedusa e, al termine della visita, ne hanno testimoniato le condizioni fatiscenti. Nonostante l’evidenza, afferma l’Ansa che “alla delegazione è stato spiegato come l’Italia pone in essere le misure che garantiscono la dignità e la sicurezza dei migranti”.
Nella stessa occasione, i membri della commissione europea hanno assistito a un approdo di migranti al molo Favaloro e, nel frattempo, hanno chiesto se risponda al vero che il nostro centro nazionale di soccorso – come sostiene Sea Watch – fosse a conoscenza di un’imbarcazione in pericolo qualche giorno fa: la barca è poi affondata con il suo carico di 29 persone. Nient’affatto, è stata la risposta, ma quella domanda continuiamo a porcela anche noi.