Il processo al processo
I Pm non sono onnipotenti
Come mai un processo per sequestro di persona contro Salvini e non per Piantedosi, suo attuale successore, e in quanto ministro dell’Interno responsabile delle decisioni che hanno portato al mancato soccorso di decine e decine di imbarcazioni naufragate?
Editoriali - di Piero Sansonetti
L’atteggiamento che assunse il governo gialloverde nell’estate del 2019, in occasione del blocco dello sbarco dei naufraghi della nave “Open Arms”, secondo me è inqualificabile. Lo abbiamo scritto tante volte: sadismo di stato. Per fortuna senza vittime. A differenza di altri blocchi – blocchi dei soccorsi – decisi persino con il via libera di appositi decreti “spazza naufraghi”, che invece di morti ne provocarono e continuano a provocarne centinaia.
Gli ultimi sono di qualche giorno fa, quando l’Italia si rifiutò di soccorrere una barca di migranti che si era rovesciata al limite tra le acque della Sar italiana e quella maltese, e in questo modo provocò la morte di 21 persone, tra le quali tre bambini. Naturalmente proprio l’episodio che ho appena citato (e moltissimi altri simili, a cominciare dalla strage di Stato di Cutro) sollevano diversi dubbi sul comportamento della magistratura, e dei magistrati. Come mai – mi chiedo – un processo addirittura per sequestro di persona contro Salvini (chiaramente colpevole di eccesso di potere, ma non direi di sequestro) e non per Piantedosi, suo attuale successore, e in quanto ministro dell’Interno responsabile delle decisioni che hanno portato al mancato soccorso di decine e decine di imbarcazioni naufragate?
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Da una parte abbiamo una prepotenza ministeriale (quella di Salvini) che ha imposto giorni e giorni di sofferenze a 147 persone; dall’altra parte abbiamo scelte e atti di governo che hanno prodotto molti morti, anzi, vere e proprie stragi. Rifiutandosi di soccorrere o ritardando il soccorso, dentro un quadro politico nel quale la linea era ed è chiara: meno soccorsi, più morti, più disincentivazione alle partenze e dunque meno sbarchi. Naturalmente si pone la questione di quale sia il confine tra scelta politica legittima (condivisibile o no) e superamento delle leggi nazionali, o delle convenzioni internazionali o di tutte e due. Non riesco però a capire come sia possibile usare due pesi e due misure così evidentemente lontani dal buon senso. Può sembrare una domanda pretestuosa, ma per me non lo è. E più grave lasciare soffrire per tre settimane delle persone, o è più grave lasciare affogare centinaia di persone e moltissimi bambini? Credo che nessuno di voi possa dare una risposta diversa dalla seconda. E come mai, allora, la magistratura interviene nel primo caso e non nel secondo? A questa domanda una risposta seria non c’è. Poi ci sono alcune altre questioni che lo scontro Salvini-Toghe solleva.
La prima è la definizione del reato. Io non so se Salvini abbia commesso un reato, sospetto di sì. Ma il reato è “rifiuto di atti d’ufficio”, non può essere sequestro di persona, cioè lo stesso per il quale una volta erano condannati gli esponenti dell’anonima sequestri. Se non altro per una ragione molto semplice. Il blocco della “Open Arms” avvenne per tre settimane di fronte a tutta l’opinione pubblica. Una parte dell’opinione pubblica protestò apertamente. La magistratura non si era resa conto che era in corso un sequestro di persona? E se ne rese conto perché non fece scattare subito l’avviso di garanzia e non mandò la forza pubblica a liberare i sequestrati? Il dubbio che Salvini abbia bloccato quella nave non per ragioni di Stato ma per fare propaganda politica xenofoba è legittimissimo. Così come è legittimo il dubbio che i magistrati che lo accusano di sequestro di persona lo facciano per la stessa identica ragione: propaganda a se stessi.
Per questo suscita il sorriso l’idea fantastica esposta da Salvini che sostiene di avere difeso i confini della patria, come se la “Open Arms” avesse ospitato una divisione degli austriaci di Radetzky; e suscita un sorriso quasi identico l’accusa di rapimento avanzata dai magistrati. Cioè: non suscitano nessun sorriso, suscitano il pianto per il modo nel quale spesso i poteri dello Stato abusano in modo spavaldo del loro stesso potere. Poi ci sono altre domande inevase. La principale è questa: ma come è possibile che i Pm che ritengono delittuoso il comportamento di Salvini, non si preoccupino di scovare i suoi complici? Salvini era ministro del governo Conte. Tutto ciò che fece in quei giorni lo fece in modo palese e alla luce del sole. Non è ragionevole credere che il governo non sapesse e non fosse corresponsabile. Come mai insieme a Salvini non sono finiti sotto processo il presidente del Consiglio Conte e il ministro Toninelli? Qualcuno dice: non sapevano e non erano d’accordo. Sicuri?
Trascrivo qui il testo di un intervento televisivo del ministro Toninelli, precedente al blocco della Open Arms, che mi pare spazzi via tutti i dubbi su cosa successe realmente in quelle settimane, e che inchiodi il movimento Cinque Stelle alle sue responsabilità, e la magistratura palermitana alla sua…. (decidete voi come finire la frase). Ecco la dichiarazione di Toninelli: “Ci rendiamo conto che nel 2018, grazie al governo del cambiamento, 90 per cento di sbarchi in meno? …”. Interrompe la conduttrice: “Questa però è una battaglia della Lega…” Risponde Toninelli: “Se non c’era il sottoscritto, la Lega non faceva niente. Perché io e Salvini agivamo contemporaneamente. Io sono responsabile della sicurezza dell’imbarcazione fino all’attracco dell’imbarcazione al porto. Lui è responsabile dopo lo sbarco per l’ ordine pubblico. Se queste due cose, questi due elementi e queste due politiche non si integravano, non c’era il meno 90 per cento. Quindi iniziamo a dire che è grazie al buon lavoro di due forze politiche chiare e cooperanti, che lavorano insieme, che si portano a casa i risultati”. Chiaro?
P.S. Ho visto che la Anm si è indignata per gli attacchi subiti dai magistrati che hanno chiesto sei anni di prigione per Salvini. Davvero non capisco il perché. Cioè, una persona che si ritiene innocente non solo deve subire la condanna (o in questo caso la richiesta di condanna) ma non ha neppure il diritto di lamentarsene? Credo che fosse così col Re Sole. Forse anche con Khamenei. Sicuramente con Kim Jong Il. Ora il diritto all’incriticabilità è esteso ai sostituti procuratori della Repubblica?