Dopo i casi di Foggia
Arresto in flagranza per chi aggredisce medici e infermieri: l’annuncio del ministro Schillaci sulla violenza negli Ospedali
16mila aggressioni nel 2023. "Fenomeno intollerabile, i medici non si toccano. Sono lì per curarci". La decisione scattata dopo gli episodi dei giorni scorsi al Policlinico Riuniti
Cronaca - di Redazione Web
Arresto in flagranza di reato, anche differito entro 48 ore, per chiunque aggredirà medici e infermieri. Lo ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci. La decisione è stata annunciata dopo una riunione con il sottosegretario Marcello Gemmato e con tutti gli Ordini professionali sanitari sul tema delle aggressioni ai sanitari. Ed è stata presa dopo giorni di aggressioni: a fare rumore soprattutto quelle che si sono verificate al Policlinico Riuniti di Foggia dove il personale sanitario era stato aggredito da una cinquantina di persone tra parenti e amici di una ragazza di 23 anni morta durante un intervento. Le aggressioni all’interno delle strutture sanitarie sono in realtà una costante.
Le aggressioni rappresentano uno degli aspetti più critici della Sanità italiana con la mancanza di personale, le strutture sempre piene, le liste d’attesa lunghissime. Non si tratta purtroppo di casi isolati. Stando ai dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, nel 2023 ci sono state circa 16mila aggressioni. A Foggia un 18enne è stato arrestato con le accuse di lesioni a personale esercente la professione sanitaria e di resistenza a pubblico ufficiale. Lunedì 16 settembre è prevista una manifestazione davanti al Policlinico.
“Noi siamo intervenuti da subito su questo che è un problema annoso della sanità italiana. Lo scorso anno – ha dichiarato il ministro – nel decreto Bollette abbiamo aumentato le pene per chi commette violenze e abbiamo anche istituito la procedibilità d’ufficio, ma questo non è più sufficiente. Ieri pomeriggio ne ho parlato anche con il ministro Nordio: in questo momento riteniamo che lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile è quello di introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato anche differita”. Schillaci ha anche detto di aver incontrato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul tema.
Le pene per le aggressioni a medici e infermieri
Una soluzione che non stupisce, se presa dal governo Meloni: per risolvere un problema si aumentano e rafforzano le pene. Sui social il sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato, ha riportato in un post: “Il governo ha introdotto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce sanitari (la ‘legge Cartabia’ prevedeva la querela di parte) ed innalzato le pene ad oltre 5 anni di reclusione. Emerge la necessità di introdurre l’arresto in flagranza differita quale misura per contenere un fenomeno intollerabile. Il numero dei presidii della Polizia di Stato negli ospedali, negli ultimi due anni, sono quasi raddoppiati. Insieme alla repressione ed alla presenza dello Stato è importante una rivoluzione culturale; i medici non si toccano sono lì per curarci”. Schillaci ha assicurato un confronto con tutte le parti sindacali.
Le reazioni del personale sanitario
Soddisfazione da parte del segretario nazionale dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, che ha parlato di “deterrenti concreti per cercare di arginare nell’immediato il fenomeno delle aggressioni” e sollecitato controlli “azienda per azienda” affinché le disposizioni vengano applicate. Plauso anche da parte del presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, secondo cui l’iniziativa debba diventare un decreto-legge “che definisca una serie di iniziative operative e normative, a carattere d’urgenza, che comprendano, oltre a sistemi di videosorveglianza, anche procedure di controllo e regolazione degli accessi alle strutture”. Per Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), la proposta è “condivisibile ma sarebbe necessario rafforzare le indicazioni per la procedibilità d’ufficio già prevista dal Governo nel decreto ‘bollette'”.