A Milano
Carcere Beccaria, evasione di due fratelli detenuti: “Falle nel sistema frutto del pressapochismo politico”
Nell'istituto di pena negli ultimi tempi si erano verificate delle rivolte. "Da tempo segnali preoccupanti dalle carceri minorili". I due avrebbero scavalcato il muro di cinta
News - di Redazione Web
Due ragazzi detenuti nel carcere minorile Beccaria di Milano sono evasi. A farlo sapere il segretario del SAPPE Lombardia, Alfonso Greco, secondo cui si tratta di due fratelli, “nel gruppo avanzato e sono gli stessi che si sono resi promotori delle rivolte scorse e mai trasferiti nonostante i comportamenti pregressi”. Secondo quanto ricostruito avrebbero scavalcato il muro di cinta dell’istituto, uno dei due aveva già provato due volte a fuggire dalla prigione. Lo scorso giugno era stato rintracciato nel giro do pochi giorni.
Al Beccaria la situazione è tesa da tempo. Lo scorso 31 agosti alcuni dei giovani detenuti avevano appiccato il fuoco tentando l’esavione arrecando danni alla struttura. A maggio una trentina di detenuti aveva messo in atto una rivolta barricandosi in un’area dell’istituto mentre altri si erano rifiutati di lasciare l’area del cortile. Nessun ferito. Il Beccaria era stato al centro di un’indagine su presunti maltrattamenti all’interno del carcere.
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I due evasi di oggi sono ricercati dalla Polizia Penitenziaria e dalle altre forze dell’ordine. “Probabile che nel giro di poche ore o al massimo qualche giorno, vengano ripresi o, addirittura, si riconsegnino – ha proseguito Greco – Ma ciò non cancellerà le falle del sistema che, per esempio, tiene 18enni negli adulti a bruciare vivi e 25enni nei minori con i 14enni. Un paradosso incomprensibile”. Il riferimento è alla tragica morte di un 18enne tunisino, Joussef Moktar Loka Baron, morto nel carcere di San Vittore, sempre a Milano, pochi giorni fa.
I sindacati sottolineano la mancanza di forze e il sovraffollamento: 15mila detenuti in più dei posti disponibili e 18mila agenti di penitenziaria di quanti ne servirebbero. “Non c’è pace evidentemente nelle carceri del Paese, che si guardi al circuito per minori, in cui permangono detenuti fino al 25esimo anno d’età, o a quello per adulti. E quanto accade, ovviamente, non è frutto del caso, ma ha responsabilità precise da ricercarsi nel pressapochismo politico e amministrativo che imperversa ormai da troppi anni”, ha aggiunto Greco.
“Da molto, troppo tempo – secondo il segretario generale del Sappe Donato Capece – arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile: Palermo, Catania, Acireale, Beccaria, Torino, Treviso, Bologna, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, abbiamo registrato e continuiamo a registrare, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia”.