Ragazzo carbonizzato
Tragedia a San Vittore: detenuto 18enne muore bruciato vivo, intrappolato dalle fiamme dell’incendio in cella
Niente da fare per la vittima, intrappolata tra le fiamme, in attesa di giudizio "Sovraffollamento di oltre il 247%, il Governo oltre al gossip dovrebbe occuparsi delle carceri". Intossicato il compagno di cella della vittima
Cronaca - di Redazione Web
Tragedia nel carcere di San Vittore a Milano. Un ragazzo di 18 anni è morto carbonizzato a causa di un incendio esploso in una cella della Casa Circondariale. A fornire alcuni dettagli della tragedia il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio. Da chiarire comunque i contorni della vicenda, in un momento di alta tensione e cronica emergenza nelle carceri italiane: dall’inizio dell’anno 2024 sono 70 i detenuti che si sono tolti la vita all’interno delle carceri italiane. Gli inquirenti sono al lavoro per chiarire i contorni del caso.
La vittima aveva origini egiziane, si chiamava Joussef Moktar Loka Baron, classe 2006, era in carcere in custodia cautelare per rapina. E quindi in attesa di giudizio. Condivideva la cella con un altro detenuto. “L’incendio sembrerebbe appiccato da loro stessi, come ormai avviene con assidua frequenza – ha dichiarato De Fazio, riferendosi ai detenuti – Non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un’altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno in quello che sempre più appare come un bollettino di guerra”.
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La tragedia si è consumata intorno alla mezzanotte. Gli agenti della polizia penitenziaria sono riusciti a mettere in salvo il compagno di cella della vittima che ha riportato soltanto una lieve intossicazione. Niente da fare invece per la vittima: il ragazzo è rimasto intrappolato tra le fiamme. Il rogo potrebbe essere partito dal materasso. La vittima, secondo quanto riporta Milanotoday, è stata ritrovata in bagno, dove si era forse rifugiato per sfuggire all’incendio o a prendere dell’acqua.
“A San Vittore sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%. Il Governo – ha aggiunto De Fazio – oltre al gossip di questi giorni, dovrebbe occuparsi compiutamente e, se mai, versare qualche lacrima per quanto si continua a perpetrare nelle carceri. Va immediatamente deflazionata la densità detentiva, sono 15mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, va assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture. E poi va riorganizzato l’intero sistema. Altrimenti, nostro malgrado, con necrologi quotidiani continueremo a contare le morti che non possono non avere dei responsabili, non solo morali”.